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Il Vangelo del Giorno

Commento alla Parola di oggi: “A chi posso paragonare la gente”

“A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile?”. Questa la Parola del Signore di oggi tratta dal Vangelo secondo Luca.

Il Messia contesta ai dotti, agli scribi e ai farisei di voler piegare la volontà di Gesù Cristo alle proprie esigenze, come farebbe un bambino.

Gesù è molto deluso da coloro i quali dovevano accogliere il suo messaggio di salvezza. Se il popolo, infatti, è sbalordito dai suoi miracoli e dalle sue parole, i sacerdoti, i dotti, la classe dirigente lo guarda con sospetto. Allo stesso modo in cui aveva guardato con sospetto prima di lui Giovanni Battista. E allora si chiede a chi o a cosa possa paragonare la generazione in cui si è manifestato. Il Cristo li ritiene alla stregua dei bambini che vogliono piegare la realtà ed il mondo alla loro volontà. Questi, infatti, pretendono che il Messia sia come dicono loro e faccia ciò che vogliono, pretendono che Dio esegua alla lettera le aspettative dell’uomo.

Dal Vangelo secondo Luca (7, 31-35):

In quel tempo, il Signore disse:

«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.

È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

Commento alla Parola di oggi

La Parola del Signore odierna ci spinge ad interrogarci su quelle che sono le nostre colpe nei confronti di Dio e di Gesù Cristo. Il popolo di Israele non lo ha riconosciuto, non gli ha offerto la propria fede e lo ha portato a sacrificarsi pur di salvare le anime di coloro che hanno invece scelto di seguirlo. Proprio questa mancanza di fiducia è ciò che fa male al cuore di Cristo, l’idea che le persone non riconoscano le carezze e l’amore di un Padre Eterno che li cerca e va in loro amorevole soccorso.

Questo è ciò che ferisce Cristo ancora oggi. Il peccato del popolo di Israele è lo stesso che molti compiono ancora oggi e che in alcuni momenti della nostra vita abbiamo compiuto tutti. Chiediamoci se riconosciamo l’aiuto divino e se abbiamo compreso il momento in cui lo abbiamo incontrato. Il Signore ci invita ogni giorno ad incontrarci con lui, cerchiamo di non rimanere sordi alla sua voce.

Luca Scapatello

Luca Scapatello

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Luca Scapatello

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