Dio ci chiamerà e vedremo di nuovo: i nostri occhi nuovi trasformeranno anche i nostri cuori, perché Dio è Signore della vita, della gioia.
In questo Vangelo va sottolineato che al cieco, anche quando gli altri gli dicono di tacere, non importa niente, sente che arriva qualcosa di unico e decide di giocarsela tutta, non fermandosi davanti a chi gli dice: “Basta! Sei fastidioso! Sta passando Dio e tu lo disturbi?”
A lui non è importato niente, ha continuato. Questa è la fede, è proprio il fatto che non si è fermato. Il Signore è debole rispetto alle nostre preghiere, perché Gesù si ferma e gli dice: Che vuoi da me?
Gli altri dicono al cieco: “Coraggio, ti chiama, alzati!” Coma a dire: ti è andata bene! Si è fermato (solo) per te! Invece Gesù lo farebbe con tutti. Il problema è che noi non facciamo come il cieco. Noi non ci fermiamo a dire: Signore, Signore, Signore! Cosa gli ha detto il cieco? “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Lo dovremmo dire tutti, tutti. Se non lo avete ancora fatto, chiudete gli occhi per un attimo e ditegli: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”, e Gesù farà quello che ha fatto al cieco, ci ridarà la vista!
Quel cieco siamo tutti noi: siamo tutti ciechi, siamo tutti senza quella vista che ci fa vedere le cose di Dio. Vediamo solo le cose del mondo, il lavoro, le cose che ci piacciono, vediamo solo le cose che abbiamo davanti, non vediamo oltre a questo. Eppure io credo che questa nostra preghiera, in questo sguardo di Maria che abbiamo davanti, c’è qualcosa che va oltre l’immagine, qualcosa che va oltre quello che visivamente abbiamo davanti.
In questo momento di preghiera vi invito a pregare per Massimiliano, mio cognato, che si è operato e ha bisogno delle nostre preghiere: se non vi chiedessi questo non mi sentirei un cristiano. Vi chiedo di pregare per lui perché so che le preghiere sono potentissime. So che non le nostre preghiere possiamo cambiare le sorti dell’umanità!
Perché è Dio che ascolta le nostre preghiere! Non è come una raccomandazione al capo del lavoro, no… non è una raccomandazione, stiamo parlando con Dio! Con colui che ha in mano tutto, che ha il potere di sconfiggere la morte, che ci ha promesso la vita eterna: stiamo parlando di Dio! E ci concentriamo per mille ore giornaliere per le cose di un mondo che dovremo lasciare… Dovremo lasciare questo mondo… Dovremmo avere almeno questa consapevolezza, che siamo di passaggio!
Rendiamo fruttuoso questo passaggio! Facciamo come il cieco! “Signore, figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!” Che sia questa la nostra preghiera… Che il Signore ascolti il nostro grido, come per quel cieco! A cui ha detto: “Chiamatelo”. Gesù si è fermato e ha detto: “Chiamatelo!” Pensiamo che bello sarebbe se lo facesse anche con noi! “Chiamatelo, fatelo venire a me!”.
Ecco, chiediamo al Signore il dono di questa grazia, di gridare al Signore: “Signore, ho bisogno di te, Signore, abbi pietà di me!”. E il Signore ci chiamerà, si fermerà, e vedremo di nuovo, con occhi nuovi, e i nostri occhi nuovi trasformeranno anche i nostri cuori. Perché il Signore è il Signore della vita, è il Signore della gioia, è il Signore della pace. E se tu ancora non hai incontrato la pace nella tua vita, sappi che l’unica risposta è Gesù. Lo dico perché l’ho vissuto. L’ho visto, attraverso fratelli e sorelle. L’unica nostra speranza, consolazione, medicina è Gesù, sempre Gesù.
Sia lodato Gesù Cristo.
Redazione
* Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
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