Vangelo di mercoledì 26 maggio: riflessione di Paolo de La Luce di Maria – Video

Saper rinunciare non è non vivere, ma vivere consapevolmente, coscienti del fatto che c’è un banchetto di eterna gioia

Riflessioni di Paolo de La Luce di Maria

Una cosa che mi viene molte volte in mente rispetto al Regno dei Cieli è questa: quando ci stacchiamo dalla materia, dalla fisica, dalla scienza, e ci allontaniamo da questi pensieri, proviamo per un attimo un senso di smarrimento, perché siamo collegati alla materia totalmente.

Per noi la materia è fondamentale: quando parliamo di vita eterna parliamo di qualcosa che va al di là del tangibile. Lo spirituale è qualcosa che spesso banalizziamo, che ridimensioniamo ad un pensiero. Secondo me la nostra consapevolezza di fede dovrebbe essere quella di un bambino: un bambino, qualsiasi cosa è invitato a fare, se la persona che gli chiede di farla è una persona a cui vuole di cui si fida, il bambino lo fa e la segue ovunque, non ha dubbi su nulla, va dritto.

Siamo fatti per vivere per sempre

Allora, quando leggiamo il Vangelo, se pensiamo che ciò che c’è scritto l’ha detto il Figlio di Dio, come possiamo metterci in un atteggiamento di supponenza invece che di umiltà, se sappiamo che quelle sono parole di Dio, come proclamiamo alla fine del Vangelo dicendo “parola del Signore”?

Se ascoltiamo queste parole e ci facciamo piccoli, riusciamo ad arrivare molto più vicini a quello che è il suo messaggio e il contatto spirituale con noi, perché riusciamo ad andare al di là di quello che è un semplice pensiero logico o anche sentimentale. Infatti c’è molta gente che, secondo me, vive la fede come un sentimento.

La fede non è un sentimento, ma è la consapevolezza che siamo fatti per vivere per sempre. Se vogliamo farci una domanda, dobbiamo chiederci: io credo che c’è veramente un posto per me nel Regno dei Cieli? Credo che i miei cari defunti stanno lì davanti a Dio nel Regno che ci sta aspettando?

Se ci crediamo vuol dire che abbiamo fede, perché ci fidiamo ciecamente di quello che dice Gesù. Se cominciamo ad avere delle resistenze, delle perplessità, o pensiamo che quello è un “magari fosse”, ma dentro di noi non è così, non siamo condannare, perché è un cammino, ma non abbiamo ancora incontrato la fede.

La nostra fede è come in una fase di “ibernazione”, perché quando crediamo dobbiamo credere che il nostro regno è quello di Dio, che la nostra vita non è questa, è quella che ci sta aspettando. Oggi la vita media di un essere umano è 80 anni. Ottant’anni, se li paragoniamo alla vita umana sono tanti, possiamo dire che è una vita vissuta. Ma ottant’anni, se paragonati all’eterno, cosa sono? Zero. È come se ci dicessero che siamo invitati ad un banchetto meraviglioso, dove mangeremo per sempre le cose più buone del mondo, ma oggi dobbiamo rinunciare ad un panino. E noi, spesso, non rinunciamo. Ce lo mangiamo il panino.

La certezza della gioia eterna

Quindi spesso il problema è proprio capire che saper rinunciare non è non vivere, ma vivere consapevolmente, coscienti del fatto che c’è un banchetto di eterna gioia, di eterna gloria. Allora lì si entra in un cammino dove il proprio rapporto di fede con il Signore prende forme nuove, perché noi abbiamo una grande opportunità, che è quella di materializzare le opere di Dio se mettiamo nel nostro cuore questa certezza. Io credo che la fede sia veramente il dono più alti di tutti. Non c’è un dono più alto che possiamo ricevere. Tutto finisce.

Luoghi speciali di incontro con Dio

Il dono dell’incontro con Dio, come per me è avvenuto a Medjugorje, è che ogni volta che torno io ho bisogno di 4-5 giorni di adattamento. Questo è un segno chiaro, nitido: se ci sono dei luoghi che Dio ci dà l’opportunità di vivere è proprio per renderci conto di quello che ci aspetta.

Ci sono molte persone che io mi ricordo di aver portato che dicevano: “Ma io bestemmio, come posso venire a Medjugorje?” e da lì in poi non hanno più bestemmiato. Ci sono persone che non sapevano dire nemmeno l’Ave Maria e da quel momento hanno iniziato a dire il rosario tutti i giorni; persone che non andavano a Messa e ora ci vanno tutti i giorni.

Ho visto veramente persone che quando hanno vissuto quest’esperienza hanno capito tutto quello che non capivano o che non riuscivano a capire, a sentire. Perché a volte è anche questione di “sentire” certe cose.

Io credo che il Signore ci aiuta proprio perché in certe situazioni, come a Medjugorje, ci dona questa sensazione tangibile che va oltre la vita di tutti i giorni, alla vita che viviamo freneticamente, al desiderio di benessere, di ricchezza, del lusso… e ci rendiamo conto che non abbiamo nulla ma stiamo bene. Ci rendiamo conto che il paradiso è questa chiave logica per cui “gli ultimi saranno i primi e i primi saranno ultimi”.

Non avere bisogno di niente e avere tutto

Nel momento in cui ci rediamo conto che non abbiamo bisogno di niente perché già abbiamo tutto, noi siamo talmente pieni di gratitudine che saremo talmente tanto in uno stato di alta grazia, che saremo nella pienezza. Per questo Gesù ci dona la pienezza, per farci capire che quando abbiamo lui abbiamo tutto. Io ho visto persone cambiare solo dopo l’incontro con il Signore.

Non ho mai visto una persona cambiare radicalmente perché ha conosciuto una donna, perché si è innamorata, perché ha fatto un corso di psicologia o è andata dallo psicologo. Io ho visto gli unici veri cambiamenti solo attraverso profonde conversioni verso la fede. Lì ho visto cambiamenti drastici delle attitudini, delle abitudini, anche del carattere di certe persone. Questi sono dei segni chiari che ci vengono donati, perché anche attraverso le testimonianze dei fratelli e delle sorelle che abbiamo a fianco.

Chi vive un momento di sofferenza può capire i doni della nostra vita quotidiana; chi vive nella fede può capire anche i doni della vita spirituale. Invito tutti a cercare questi doni, e a vivere, per chi ha la possibilità, di vivere l’esperienza di Medjugorje o qualsiasi esperienza che ci faccia toccare con mano tutto questo. Diamoci il fermo proposito di chiedere al Signore di fare quello che vuole nella nostra vita e di fidarci di lui, perché solamente con lui troveremo la nostra pace.

Se ancora non l’hai trovata e nel tuo cuore c’è un tumulto, c’è tensione, frustrazione, io ti do un consiglio: cambia un po’ i tuoi protocolli, i tuoi processi, e vedrai come il Signore opererà grandemente e con potenza nella tua vita.

Sia lodato Gesù Cristo.

Redazione

Paolo è il fondatore della Luce di Maria, è un laico, padre di famiglia e sposato in chiesa.
Tutte le sere alle ore 00:00 recita in diretta Facebook e Youtube de La Luce di Maria, il Santo Rosario che accompagna con delle riflessioni spontanee sulla Parola del Vangelo del giorno a venire.

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