Non sempre ci preoccupiamo di parlare della nostra spiritualità, forse perché abbiamo il timore di essere travisati, come spesso capita, e di non sapere come farci comprendere.
In realtà ognuno di noi ha il compito di propagare la fede in Dio, in opere e parole.
Molti sono stati i missionari che, anche dall’Italia, nel corso della storia, sono partiti lasciando le loro comode dimore, per arrivare nei posti più sperduti del pianeta, per parlare del Signore Gesù Cristo a tutti.
Alla luce di questi esempi, anche noi potremmo almeno tentare di diffondere il nostro Credo tra tutte le altre persone che incontriamo nella vita, sul luogo di lavoro e altrove.
Ci sono moltissimi e semplici gesti che potremmo adottare, per richiamare l’attenzione degli altri sulla nostra spiritualità e avere il pretesto per iniziare a parlare di colui che è morto in croce per la salvezza di tutti, anche dei non credenti.
Ad esempio, potremmo esporre sulla scrivania del nostro ufficio un crocifisso, una statuina, una corona del Santo Rosario o qualunque altra cosa simboleggi la nostra fede o ricordi il momento dell’anno liturgico che stiamo attraversando.
Lo scopo è quello di creare curiosità, per avere un motivo qualsiasi per parlare del modo in cui conduciamo la nostra vita e secondo quali divine direttive.
Potremmo parlare e condividere, qualora se ne presentasse il modo o la maniera e senza alcuna insistenza, le nostre esperienze religiose, come un pellegrinaggio, un ritiro spirituale o semplicemente la partecipazione alla Messa o ad una processione; potremmo parlare di ciò che in parrocchia, in oratorio, organizziamo per renderci utili alla nostra comunità o per raggiungere, magari con opere di beneficienza, coloro che nel mondo sono più sfortunati.
Ma potremmo, oltremodo, dare esempio della nostra devozione a Cristo, facendoci il segno della croce prima di cominciare a mangiare o fermandoci per un breve pausa di preghiera, anche silenziosa, prima di addentare il panino al bar …
Potremo dichiarare anche, volendo rimanere accanto ad una persona in difficoltà e che si confida con noi, che vorremmo pregare per la sua situazione e che siamo disponibili a sostenerla.
Basta davvero un piccolo cenno che parli del Nostro Signore, perché gli altri si pronuncino a loro volta o si lascino invitare a saperne di più.
Non c’è bisogno di inondare il prossimo con parole superflue, che forse non è pronto ad ascoltare, basta proporre una piccola goccia e Dio farà il resto, per il suo cuore assetato, come era (ed è) il nostro.