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Come educare i figli alla fede cattolica: tre metodi che fanno la differenza

Quando pensiamo all’educazione cristiana dei bambini, molti genitori sono convinti che il catechismo possa bastare per tutta la vita, ma non è affatto così.

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Ma non è affatto così. Al centro c’è sempre la famiglia, il fulcro da cui nasce e parte tutto. Quante sono le famiglie che educano i loro figli alla cristianità, anche all’interno delle mura domestiche? È una domanda che in molti si pongono.

È bene, quanto importante, accompagnare i più piccoli nella crescita cristiana sin da principio, prendendoli per mano e, anche, portandoli nelle nostre esperienze di vita cristiana.

In realtà, sembrano parole difficili e complesse: come si fa ad educare un bambino alla vita cristiana? Sono in molti a pensare che questo speciale quanto particolare dono educativo sia compito solo ed esclusivamente della Chiesa e, nello specifico, del catechismo. Non è proprio così. Si, i genitori che scelgono di iniziare il bambino al catechismo e fargli ricevere il sacramento dell’Eucarestia, vuol dire che ne comprendono il valore quanto l’importanza.

La cristianità dei bambini: tutto inizia dalla famiglia

Ma se ci pensiamo attentamente, i bambini si affacciano al catechismo all’età di 8 anni. E prima? Nessuno mai gli ha parlato di Gesù o, comunque, questo bambino non ha mai avuto la possibilità di mettere piede in chiesa? Ed è qui che è necessario chiarire alcune cose. L’educazione cristiana di un bambino parte dalla cellula primaria e più vicina a lui: la sua stessa famiglia.

Sono la mamma ed il papà che, se vogliono, hanno il compito di fargli conoscere Gesù, di parlargli della Vergine Maria, di Dio e dei Santi. Ma non solo di questo: se un bambino vede pregare i suoi genitori, è istintivamente portato a chiedere cosa stanno facendo e perché non può farlo o impararlo anche lui.

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Un esempio semplice e concreto che ci porta alla domanda iniziale: chi ha il compito di educare quanto preparare il proprio figlio all’incontro con Gesù? Un sacerdote spiega che ci sono tre punti fondamentali che preparano proprio i bambini e i loro genitori all’incontro con Gesù. Partiamo da quello più importante:

Tre modi efficaci

– Dimostrare l’amore e la fede ogni giorno: vivere la fede visibilmente e praticamente ogni giorno. Pregare, partecipare alla Santa Messa, essere un vivo esempio di cristianità, anche la più semplice, verso i propri figli. Perché i bambini, non dobbiamo dimenticarlo, osservano e guardano sempre cosa fanno gli adulti, in ogni momento e occasione, anche quando preghiamo;

– La vita cristiana nelle tradizioni di famiglia: anche la partecipazione alla Santa Messa, che sembra un qualcosa di normale nella vita di un cristiano, può essere importante per un bambino, anche prima di andare al catechismo. Incominciare ad avvicinarsi a Cristo a piccoli passi, fargli guardare cosa accade lì sull’altare. Ma anche vedere, ad esempio, i propri nonni che recitano il Santo Rosario: quella che può essere una “tradizione”, in realtà può essere uno slancio per indurre i più piccoli a guardare a “colui che sta lassù” con occhi curiosi e diversi;

La casa come luogo di preghiera: pregare è il primo passo che si insegna ai bambini. La preghiera della sera, ad esempio, o quella prima dei pasti, è la prima iniziazione cristiana e anche le prime parole che si imparano per iniziare ad avere un dialogo con Dio. E chi sono i fautori di questo? Ancora una volta i genitori, perno di quell’inizio verso la vita cristiana dei loro figli.

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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