
“Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attendere un altro?”, aveva voluto sapere Giovanni.
Gesù rispose: “Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l’udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me”.
Questo è esattamente ciò che dovremmo tenere a mente, quando sentiamo parlare di un miracolo.
In quest’epoca, forse, non siamo abituati a credere senza vedere o senza assistere personalmente a certe situazioni, perciò i racconti tratti dalle testimonianza di persone miracolare, che hanno riavuto la salute fisica o anche quella spirituale, ci fanno storcere il naso, arricciare la fronte, come se nulla fosse possibile a Dio!
Il Vangelo, però -lo sappiamo- dice proprio il contrario ed è pieno di segni e miracoli.
Siamo noi coloro che lo pregano e che chiedono, attraverso l’intercessione dei Santi e della Madonna, soprattutto, che compia il miracolo e ci salvi, dalle situazioni di pericolo e dalle angustie di questa vita.
“La tua fede ti ha salvata”, disse Gesù alla donna che soffriva d’emorragia da dodici anni.
E, negli Atti degli Apostoli, leggiamo: “Molti segni e prodigi avvenivano fra il popolo per opera degli Apostoli (…). Intanto andava aumentando il numero degli uomini e delle donne che credevano nel Signore (…). Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme accorreva, portando malati e persone tormentate da spiriti immondi e tutti venivano guariti”.
E così dobbiamo fare noi, ancora oggi: accorrere!
Antonella Sanicanti