Quest’anno, nel mese di novembre, c’è una novità davvero importante nella Chiesa che desidera che tutti i suoi figli siano felici in Paradiso.
Si tratta di una eccezionale concessione da parte della Chiesa, riguardo le condizioni per ottenere l’indulgenza per i nostri cari defunti. Non più solo nel tempo dell’ottavario (dal 1° all’8 novembre), com’era solito, ma per tutto il mese di Novembre. Il particolare e straordinario provvedimento, segno di amore e cura della Chiesa per le anime purganti, è stato autorizzato dal card. Mauro Piacenza, penitenziere maggiore presso il Tribunale della Penitenzieria Apostolica.
Chiesa: innanzitutto cos’è l’indulgenza?
Per rendere meglio l’idea di cos’è l’indulgenza, immaginiamola come uno smacchiatore per dissolvere le macchie dell’anima. Ogni nostro peccato ha infatti una duplice conseguenza: genera una colpa e comporta una pena, quindi una macchia. La colpa, che possiamo intenderla come una rottura dell’amicizia con Dio, viene rimessa, cancellata, dimenticata da Dio, col sacramento della Confessione. Invece la conseguenza del mio peccato rimane, come un segno, una ferita sulla nostra anima e si chiama “pena temporale”. E questa ferita va curata, con il dolce balsamo dell’indulgenza. E possiamo farlo durante la nostra vita e in Purgatorio, dopo la nostra morte.
Come?
Camminando nella Grazia di Dio e offrendo riparazione col dono di noi stessi in ogni circostanza del nostro vivere quotidiano e così “salderemo” la nostra pena. Se ciò non avviene, o non completamente, allora dopo il trapasso, l’anima viene accolta in Purgatorio, per essere purificata e lavata dalle macchie (pene) che sono ancora presenti sull’anima, e per poi giungere in Paradiso. Ma l’anima, in questa condizione, non può più acquistare meriti, e la sua liberazione può avvenire solo attraverso la nostra preghiera.
Perciò sono cosi preziose queste occasioni di Grazia che la Chiesa ci offre in forza del suo unico tesoro: i meriti di Gesù Cristo, della Madonna e dei Santi. Lo fa in merito al potere di legare e sciogliere, che Gesù dette a Pietro: “Ti darò le chiavi del Regno dei Cieli; tutto ciò che avrai legato sulla terra resterà legato nei cieli e tutto ciò che avrai sciolto sulla terra resterà sciolto nei cieli” ( Mt, 16, 19). E ci dà l’opportunità di collaborare alla cura amorevole delle anime del Purgatorio per aiutarle a giungere nella Gloria del Cielo. Così inoltre acquisteremo dei potenti amici intercessori che pregheranno per le nostre necessità soprattutto per la nostra salvezza eterna.
Chiesa: esistono due tipi di indulgenza
L’indulgenza è la remissione parziale o totale dinanzi a Dio della pena temporale per i nostri peccati. Sono due le indulgenze: plenaria e parziale. “L’indulgenza è parziale o plenaria a seconda che liberi in parte, o in tutto, dalla pena temporale dovuta ai peccati” ( Paolo VI, Costituzione Apostolica Indulgentiarum doctrina, 1967). La prima cancella la ferita lasciata dal peccato che abbiamo commesso, cioè ci libera totalmente dalla pena temporale. Invece la seconda lo fa solo in parte. Posso ricevere l’indulgenza parziale più volte durante il giorno, mentre la plenaria una volta sola.
Come ottenere l’indulgenza plenaria per i nostri cari defunti
– Offro la mia intenzione di non ricadere in una situazione di peccato, anche se veniale.
– Mi riconcilio a Dio con cuore sincero attraverso il Sacramento della Confessione (*)
– Partecipo alla Santa Messa e ricevo la Comunione.
– Recito una preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Posso recitare qualsiasi preghiera, secondo la mia devozione, oppure un Pater, Ave, Gloria.
– Compiere l’atto a cui la Chiesa annette l’indulgenza, come visitare il cimitero nei giorni della Commemorazione dei defunti.
(*) La Confessione possiamo farla entro 8 giorni prima e 8 giorni dopo il giorno in cui riceviamo l’indulgenza, quindi con una sola Confessione sacramentale possiamo acquistare più indulgenze plenarie.
L’indulgenza plenaria per chi non può uscire da casa
Per i malati, gli anziani e tutti coloro che per qualsiasi valido motivo sono impossibilitati ad uscire di casa, il decreto della Penitenzieria Apostolica prevede che “potranno conseguire l’indulgenza plenaria purché, unendosi spiritualmente a tutti gli altri fedeli, distaccati completamente dal peccato e con l’intenzione di ottemperare appena possibile alle tre consuete condizioni: Confessione sacramentale, Comunione e preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre.
E ancora – Davanti a un’immagine di Gesù o della Beata Vergine Maria, recitino pie orazioni per i defunti, per esempio, le Lodi e i Vespri dell’Ufficio dei Defunti, il Rosario, la Coroncina della Divina Misericordia, altre preghiere per i defunti che sono più care ai fedeli -, o si intrattengano nella lettura meditata di uno dei brani evangelici proposti dalla liturgia dei defunti, o compiano un’opera di misericordia offrendo a Dio i dolori e i disagi della propria vita”.
Chiesa: Giovanni Paolo II raccomandava le indulgenze
La Chiesa raccomanda l’uso delle indulgenze. Giovanni Paolo II ha definito le indulgenze “una comprensiva tessera di autentica cattolicità”. La tradizione le ha trasmesse come bene prezioso. A noi la grande possibilità e altrettanta responsabilità di farne buon uso.
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Simona Amabene