Che cosa è indispensabile affinché l’indulgenza “funzioni” davvero

Che valore può avere per la purificazione di un’anima che sta in Purgatorio, l’indulgenza plenaria attraverso la Santa Messa e altre pratiche?

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Una domanda che più volte ci siamo posti, alla quale è necessario dare una risposta certa. Perché è utile, anche, celebrare la Santa Messa in suffragio per un defunto? Cerchiamo di capire meglio.

La preghiera per i defunti: che valore ha?

Ogni volta che partecipiamo alla Santa Messa, ad un certo punto, ascoltiamo che il sacerdote “nomina” alcuni nomi di defunti e, comunemente, si dice che “la Messa è celebrata in suffragio delle loro anime”.

Una fedele ha posto una domanda a Padre Angelo circa il concetto dell’indulgenza plenaria e la Santa Messa. “Se applico un’indulgenza plenaria per un defunto, è corretto dire che questo defunto ha completato la sua purificazione in Purgatorio, ed è quindi ammesso in Paradiso? Se è così, ha senso continuare a celebrare per quel defunto una Messa di suffragio?”.

La risposta del sacerdote è, come sempre, molto precisa e ci aiuta a capire: “Sebbene l’indulgenza plenaria sia un tesoro immenso non è facile procurarla. Perché – a parte le condizioni più materiali che riguardano le pratiche da compiere che sono abbastanza agevoli – è necessaria la parte più importante che è quella del ripudio totale del peccato, anche da quello veniale” – introduce.

Che cos’è l’indulgenza plenaria

Ma cos’è, di preciso, l’indulgenza? “Questa volontà di ripudiare il peccato in ogni sua forma costituisce come un balzo in avanti nella via della santità. Per questo la Chiesa lo favorisce e lo premia accordando l’indulgenza plenaria. Essa non è un’invenzione arbitraria della Chiesa perché poggia sul fatto che tutti costituiamo un solo corpo in Cristo mediante la grazia santificante.

Gesù per primo ha espiato al posto nostro e applica a noi i meriti della sua Redenzione. Ugualmente tutti quelli che vivono in Cristo (e cioè in grazia) fanno la stessa cosa” – spiega Padre Angelo – “Con l’indulgenza plenaria la Chiesa applica questo merito reciproco in Cristo. Ha la potestà di farlo perché Cristo glielo ha conferito”.

Quali sono, allora, i benefici dell’indulgenza? “Per ricevere il beneficio dell’indulgenza è necessario essere in grazia di Dio. San Tommaso, nei suoi scritti, dice: “Ecco perché in tutte le indulgenze si fa menzione di persone “veramente contrite e confessate”.

San Tommaso dice inoltre che “le indulgenze hanno il valore che ad esse è dato: purché in chi le concede vi sia l’autorità, in chi le riceve la carità, e nella motivazione di esse non manchi la pietà, la quale include l’onore di Dio e l’utilità del prossimo” – continua il sacerdote.

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L’indulgenza plenaria si ottiene con una particolarità: “Viene ottenuta se la contrizione dei peccati è totale, se è totale anche il proposito di non più commetterli e se la carità è piena. È questo il punto più difficile, quello per il quale non si è mai sicuri di ottenere l’indulgenza plenaria. Tuttavia se l’indulgenza non è plenaria, si spera che sia almeno parziale”.

Perché si celebrano le Messe di suffragio

L’argomentazione di Padre Angelo tocca, anche, il concetto delle Messe di suffragio: “Sebbene il sacrificio della croce abbia di per se stesso un valore infinito, noi ne attingiamo sempre un frutto “finito”, “limitato”. Tutto dipende dalla nostra capacità di aprirci a questo tesoro immenso […] Abbiamo un deposito di valore immenso e infinito accanto alla nostra vita, ma la santità dipende dalla nostra personale partecipazione a questo sacrificio.

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Una sola Messa sarebbe sufficiente per santificarci interamente. Ma questo non avviene. Non certo perché il sacrificio della Messa abbia scarsa potenza, ma perché noi non lo tesaurizziamo in pienezza […] Questo vale tanto per noi quanto per le anime del Purgatorio per le quali destiamo il suffragio della Messa. Di qui la necessità della moltiplicazione della celebrazione delle Messe” – conclude il sacerdote.

Fonte: amicidomenicani.it

ROSALIA GIGLIANO

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