Che i matrimoni siano in crisi è un dato certo, la convinzione comune è che l’istituzione del divorzio abbia reso meno difficile separarsi e che le nuove coppie la utilizzino come via di fuga per evitare una convivenza che di per se è complicata. Senza volerci addentrare oltre sulla questione legislativa e sulle sue implicazioni morali è di sicuro interessante comprendere per quale motivo le coppie tendono a lasciarsi.
Gli esperti in terapia di coppia sostengono che i coniugi arrivano alla psicanalisi solo dopo che il rapporto è compromesso o ad un punto critico, questo perché lasciano sopite le discordie che con il passare del tempo diventano macigni insormontabili se non messi in discussione. La domanda, a questo punto, è: perché non affrontare i problemi nel quotidiano evitando che si trasformino in divisioni irreparabili?
Alcune volte si pensa che lasciar correre sia il modo migliore per non acuire la tensione, ma alla lunga crea forti disagi ed incomprensioni. Per aiutare le coppie a capire dove risiede il problema gli analisti pongono una serie di domande (32 in tutto) a cui la coppia risponde separatamente per poi poterne discutere. Le domande fanno parte di un modello approntato nel 1976 negli Stati Uniti che è stato successivamente utilizzato su scala mondiale chiamato “Scala di Adattamento Didattico”.
Data la comprovata utilità di questo metodo ci sembra d’uopo sottoporvi le seguenti domande, leggermente modificate da ‘Aleteia’:
1- Come sono le nostre dimostrazioni d’affetto? Sono frequenti o sempre più
scarse? Quante volte ci baciamo in una giornata?
2- Quali sono le cose per le quali discutiamo più spesso? I compiti domestici, i figli, il modo di spendere il denaro…? In queste discussioni perdiamo spesso il controllo delle nostre emozioni?
3- In genere siamo d’accordo sui progetti per il tempo libero? Chi cede se proponiamo idee diverse? Quanto tempo a settimana dedichiamo solo a noi due?
4- Com’è il rapporto con la famiglia dell’altro? Siamo d’accordo nello stabilire i nostri limiti come coppia nei confronti delle famiglie? Le loro opinioni sono troppo rilevanti e prevalgono sulle nostre?
5- Con quale frequenza abbiamo rapporti sessuali? Li consideriamo un’altra forma di comunicazione?
6- Quante volte ciascuno di noi ha pensato che dovremmo separarci? Con quale periodicità pensiamo di non poter continuare a convivere? Essendo onesti, è arrivato il momento di ricorrere alla terapia di coppia per sistemare le cose?
7- Condividiamo le stesse convinzioni religiose? Preghiamo insieme? Con quale frequenza? La nostra fede ci aiuta a vedere l’altro come qualcuno di cui prendersi cura?
8- Parliamo di temi più importanti di quelli riferiti alla quotidianità? Sentiamo di condividere una complicità che sarebbe impossibile ottenere con un’altra persona?
9- Abbiamo qualche progetto in comune? Siamo capaci di cedere per il bene dell’altro e della coppia? Saremmo capaci di rinunciare a qualcosa di decisivo per ciascuno se fosse in pericolo la stabilità della nostra unione?
10-Siamo soddisfatti del nostro rapporto? Ci rende felici? Da 1 a 10, quale numero sceglieremmo per descriverlo? Faremmo qualunque cosa per farlo funzionare? Crediamo che la situazione in cui ci troviamo non possa migliorare.
I quesiti hanno il fine di valutare il livello di soddisfazione della coppia, l’affinità e il grado di affetto che viene espresso. Tre criteri che sono utili a tutti per capite dove e come si può migliorare il rapporto di coppia.