Quando le parole ci mancano e vorremmo non affidarci solo alle formule delle preghiere tradizionali, può essere utile e confortante anche consultare le centinaia di migliaia di pagine, che molti uomini di fede hanno lasciato, perché noi venissimo a conoscenza della loro testimonianza devozionale.
Dalle Confessioni di Sant’Agostino, che nessuno (anche tra i teologi) può esimersi di leggere, alle riflessioni, le omelie, di don Tonino Bello, che nessuno (tra coloro che desiderino tornare all’amore autentico) può dimenticare di consultare, i testi apprezzabili e cristianamente stimolanti sono innumerevoli, diversificati e opportuni a tante constatazioni.
Quando le parole ci mancano, allora, facciamo parlare il cuore che, attraverso le riflessioni, le implorazioni, i mea culpa, le lodi dei grandi della chiesa, suscita in noi quel sentimento che ci riannoda al Padre e al suo progetto giornaliero, quanto eternamente strutturato.
Ho faticato non poco a trovarti. Ero persuaso che tu stessi laggiù, dove il Giordano rallenta la sua corsa tra i canneti e i ciottoli, scintillando sotto il velo tremante dell’acqua, rendendo più agevole il guado.
C’è tanta folla in questi giorni che si accalca lì, sulla ghiaia del greto, per ascoltare Giovanni, il profeta di fuoco che non si lascia spegnere neppure nel fiume. Immerso fino ai fianchi, dove il letto sprofonda e la corrente crea mulinelli di schiuma, invita tutti a entrare nell’acqua, per rivivere i brividi di un esodo antico e mantenere vive le promesse, gonfie di salvezza.
Ora, finalmente, ti ho trovato. Ed eccomi qui, accanto a te, non so bene se condotto anch’io dallo Spirito, in questo misterioso deserto di Giuda, tana di fiere e landa di ululati solitari.