Nel cuore del Giubileo della Speranza, la Chiesa accoglie due nuovi santi, morti entrambi in giovane età e assai popolari.

Una giornata indimenticabile, in quello che, probabilmente verrà ricordato come uno dei momenti topici di questo Anno Santo: Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono stati canonizzati.
Una splendida festa per l’Italia, la Chiesa e il mondo
Le canonizzazioni di oggi erano particolarmente attese: in un primo momento previste per il 27 aprile (Acutis) e per il 3 agosto (Frassati), sono state unificate al 7 settembre dopo la morte di papa Francesco, avvenuta il 21 aprile, che aveva imposto lo slittamento della prima cerimonia.
In una piazza San Pietro affollata da 80mila persone e gremita di devoti dei due nuovi santi, ha spiccato la presenza dei familiari degli stessi, in particolare: la 94enne Giovanna Gawronska, nipote di Frassati; Andrea Acutis e Antonia Salzano, papà e mamma di Carlo, con gli altri due figli, i gemelli quindicenni Michele (che ha pronunciato la prima lettura) e Francesca. Anni fa, Antonia ha raccontato di un’apparizione in sogno del figlio, che le prediceva la nascita dei due fratellini.

Quelle di oggi sono anche le prime canonizzazioni celebrate da papa Leone XIV che, poco prima della messa ha detto a braccio: “Oggi è una festa bellissima per tutta l’Italia, per tutta la Chiesa, per tutto il mondo!“. In questo “giorno di molta gioia“, il Pontefice ha voluto “salutare soprattutto tanti giovani, ragazzi, che sono venuti per questa santa Messa“.
Piergiorgio Frassati e Carlo Acutis, oltretutto, rappresentano un grande esempio per la gioventù odierna, in particolare per la loro grande devozione all’Eucaristia e per il loro impegno per i poveri, loro che erano cresciuti in famiglie benestanti, dove la devozione era scarsa o addirittura assente. “Sentiamo tutti nel cuore“, ha rimarcato il Santo Padre, “la stessa cosa che Pier Giorgio e Carlo hanno vissuto: questo amore per Gesù Cristo, soprattutto nell’Eucaristia, ma anche nei poveri, nei fratelli e nelle sorelle“.
Innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui
Durante l’omelia, il Papa tracciato un parallelo tra la parabola esistenziale dei neocanonizzati e figure come il re Salomone, che comprende che l’unica vera ricchezza è è la Sapienza di Dio, e San Francesco d’Assisi, che, da “giovane e ricco, assetato di gloria e di fama“, torna sui suoi passi e inizia a scrivere “la meravigliosa storia di santità che tutti conosciamo, spogliandosi di tutto per seguire il Signore (cfr Lc 14,33), vivendo in povertà e preferendo all’oro, all’argento e alle stoffe preziose di suo padre l’amore per i fratelli, specialmente i più deboli e i più piccoli“.

Guardando a San Pier Giorgio Frassati e a San Carlo Acutis, ha osservato Leone XIV, troviamo “un giovane dell’inizio del Novecento e un adolescente dei nostri giorni, tutti e due innamorati di Gesù e pronti a donare tutto per Lui“.
La vita di Pier Giorgio Frassati, ha proseguito Prevost, “rappresenta una luce per la spiritualità laicale. Per lui la fede non è stata una devozione privata: spinto dalla forza del Vangelo e dall’appartenenza alle associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella società, ha dato il suo contributo alla vita politica, si è speso con ardore al servizio dei poveri“.
Carlo Acutis, da parte sua, “ha incontrato Gesù in famiglia, grazie ai suoi genitori, Andrea e Antonia – presenti qui oggi con i due fratelli, Francesca e Michele – e poi a scuola, anche lui, e soprattutto nei Sacramenti, celebrati nella comunità parrocchiale. È cresciuto, così, integrando naturalmente nelle sue giornate di bambino e di ragazzo preghiera, sport, studio e carità“.
“Davanti al sole ci si abbronza. Davanti all’Eucaristia si diventa santi!”
“Entrambi, Pier Giorgio e Carlo, hanno coltivato l’amore per Dio e per i fratelli attraverso mezzi semplici, alla portata di tutti: la santa Messa quotidiana, la preghiera, specialmente l’Adorazione eucaristica“. Il Santo Padre ha quindi citato alcune frasi di Acutis: “Davanti al sole ci si abbronza. Davanti all’Eucaristia si diventa santi!“; “La tristezza è lo sguardo rivolto verso sé stessi, la felicità è lo sguardo rivolto verso Dio. La conversione non è altro che spostare lo sguardo dal basso verso l’Alto, basta un semplice movimento degli occhi“; “L’unica cosa che dobbiamo temere veramente è il peccato“; “Gli uomini si preoccupano tanto della bellezza del proprio corpo e non si preoccupano della bellezza della propria anima“.
Poi, una citazione da Frassati: “Intorno ai poveri e agli ammalati io vedo una luce che noi non abbiamo“. Il santo torinese, ha ricordato il Papa, chiamava la carità “il fondamento della nostra religione”.

Perfino quando la malattia pose fine alle loro giovani vite, “nemmeno questo li ha fermati e ha impedito loro di amare, di offrirsi a Dio, di benedirlo e di pregarlo per sé e per tutti“. Pier Giorgio disse: “Il giorno della morte sarà il più bel giorno della mia vita“; e sull’ultima foto, che lo ritrae mentre scala una montagna della Val di Lanzo, col volto rivolto alla meta, aveva scritto: “Verso l’alto“. Da parte sua, Carlo amava dire che “il Cielo ci aspetta da sempre, e che amare il domani è dare oggi il meglio del nostro frutto“.
Secondo il Pontefice, “i santi Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis sono un invito rivolto a tutti noi, soprattutto ai giovani, a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro“. Entrambi, ha detto a conclusione dell’omelia, offrono “la testimonianza che siamo chiamati a seguire, per gustare la vita fino in fondo e andare incontro al Signore nella festa del Cielo“.