Quest’anno, le meditazioni della Via Crucis che tradizionalmente il Papa guida al Colosseo, nel corso della serata del Venerdì Santo, sono state affidate alla parrocchia del carcere di Padova “Due Palazzi”.
In un momento in cui anche nelle carceri si stanno verificando situazioni di grande disagio e problematicità, come accaduto per le rivolte dei giorni scorsi, quello di Papa Francesco è un invito a restare umani e a non dimenticarci degli ultimi. L’annuncio è stato dato dal Pontefice con una lettera indirizzata al quotidiano “Il Mattino di Padova”.
Francesco ha confidato di essersi profondamente commosso durante la lettura delle parole scritte dai carcerati. Si tratterà di “un’opera corale, unendo i vari volti che compongono il mondo delle carceri”. Ovvero si toccheranno temi riguardanti le vittime e i detenuti, gli agenti di polizia penitenziaria e i volontari.
Tutti gli anni infatti le meditazioni del Venerdì santo si occupano di un tema in particolare, che lega le 14 stazioni attorno a una riflessione unica. La scelta del carcere è per far sì che “fossero gli ultimi a dettarci il passo”, ha spiegato il Papa. Ad aiutarlo nella scelta è stato do Marco Pozza, cappellano del carcere di Padova.
“Dio è il Dio che parla dentro ad una storia, attraverso dei volti, usando le nostre biografie”, ha spiegato Francesco. Ricordando che “la risurrezione di un uomo non è mai opera di un singolo, ma di una comunità che lavora alleandosi assieme”.
Una testimonianza di carità e di vicinanza, quindi, che il Papa ha voluto offrire in questa occasione a tutti i fedeli. Sperando, inoltre, che l’emergenza del virus non imponga la cancellazione anche di questa manifestazione pubblica. “Mi sono sentito fratello di chi ha sbagliato e di chi accetta di mettersi accanto a loro per riprendere la risalita della scarpata”, sono le parole del Papa.
Giovanni Bernardi
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