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Benedetto XVI: il biografo ne svela la sua più grande caratteristica

Parla il biografo di Ratzinger: “Benedetto XVI ha creato una nuova tradizione con tutto ciò che ha fatto, sia per le sue dimissioni, sia per il suo luogo di residenza”.

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In una lunga intervista il giornalista Peter Seewald è entrato nel dettaglio della figura del Papa emerito, rispondendo ai tanti dubbi sollevati in questi anni, entrando nel merito di quanto a lui confessato direttamente da Benedetto XVI su quest’insolita compresenza in Vaticano. “Aveva annunciato che si sarebbe ritirato nel silenzio. E lo ha fatto. Ma questo non significa che dovrebbe rinunciare al suo modo di pensare o fare voto di silenzio. Ha già dato al suo successore uno o due consigli, molto discretamente. Ed è al suo fianco pregando per lui ogni giorno”.

Il lungo libro-intervista tra Seewald e il Papa emerito Benedetto XVI

Peter Seewald da più di un quarto di secolo accompagna il cardinale Joseph Ratzinger, futuro Benedetto XVI, e più volte ha avuto il privilegio di realizzare importanti interviste al Papa emerito. Nell’ultima, “Benedetto XVI: una vita“, volume di oltre mille pagine, Ratzinger approfondisce aspetti della sua biografia e del suo pensiero di fondamentale importanza.

Si parla del Concilio Vaticano II, del Pontificato di Giovanni Paolo II, di secolarizzazione e di globalizzazione, e infine della convivenza senza precedenti in Vaticano di due papi. Ciò che emerge è la centralità di una figura come quella di Joseph Ratzinger per la Chiesa e soprattutto per il tempo che stiamo vivendo.

La figura di Ratzinger e l’importanze per la storia recente della Chiesa

La sua vicenda personale, ecclesiale, e teologica, ci parla infatti degli eventi del secolo attuale e del ventesimo, mostrandoci la crisi di una società in declino dal punto di vista religioso, e il bisogno per la fede di prendere decisioni radicali, di vivere in opposizione a una società che si è dimenticata di Cristo, della fede per Lui e soprattutto della Sua salvezza. Di cui però l’umanità non potrà mai fare a meno.

La raffigurazione che emerge dal libro è completa e dettagliata, e approfondisce aspetti anche della sua rinuncia, e delle dure prove a cui la Chiesa è stata sottoposta nei mesi precedenti al passo storico deciso da Ratzinger.

Il giornalista-biografo: “Benedetto XVI non è mai stato un Papa ombra”

La tesi di fondo, tuttavia, è che Benedetto XVI non è mai stato un Papa ombra. Al contrario, Ratzinger ha sempre supportato e lasciato con grande attenzione che Papa Francesco potesse portare avanti il suo operato in totale libertà. Ma c’è anche da sottolineare che “Benedetto non ha mai fatto voto di silenzio”, quindi l’idea che la sua parola, il suo pensiero e le sue idee possano essere messe a tacere è quanto meno rivoltante.

Molti si chiedono quale sia lo stato di salute di Ratzinger, e Seewald spiega che al seguito di alcuni delicati interventi oggi il Pontefice emerito sta bene, si è completamente ripreso ed è tornato in forma, per quanto sia possibile per un novantatrenne fisicamente fragile.

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Come trascorre le giornate in Vaticano Joseph Ratzinger

Tuttavia, ogni giorno il Papa emerito celebra la Santa Eucaristia, medita, legge, fa brevi viaggi su una sedia a rotelle, invia e riceve posta. Oltre a ciò, ha confessato il giornalista, ha ancora uno spiccato senso dell’umorismo, insieme soprattutto a tanta fiducia di fronte a tutte le tribolazioni riguardanti la Chiesa e il mondo, di cui deve sentire le notizie ogni giorno.

“Benedetto è forse l’unico papa la cui opera è stata grande e importante anche prima del suo pontificato”, dice il giornalista intervistato dal quotidiano internazionale Aleteia. Da giovane infatti Benedetto XVI riuscì a trasmettere “l’insegnamento cristiano con nuova freschezza, con la massima intelligenza e, come teologo del popolo, allo stesso tempo in tutta la sua semplicità e bellezza“.

Il contributo fondamentale di Benedetto XVI al cammino della Chiesa

“Senza il contributo di Ratzinger, il Concilio Vaticano II non avrebbe mai aperto le cose come ha fatto”, spiega Seewald. Da qui i suoi libri diventarono tra i più venduti al mondo, portando così “la fede a milioni di persone in tutto il mondo”. Soprattutto, spiega il giornalista, “il risultato furono innumerevoli vocazioni sacerdotali“.

Benedetto XVI “è stato il primo papa nella storia a presentare una cristologia rivoluzionaria“. Lo stesso anche per quanto riguarda il perseguimento degli abusi sessuali nella Chiesa. “La sua dichiarazione di tolleranza zero, e l’implementazione delle nuove norme, hanno segnato l’inizio di una nuova era”.

La più importante caratteristica di Benedetto XVI? La sua ortodossia

Ma oltre a ciò, “la più importante caratteristica di Benedetto XVI risiede nella sua incrollabile ortodossia“. “Tutti sapevano che tutto ciò che faceva e diceva poteva essere scomodo, ma che corrispondeva in modo affidabile all’insegnamento del Vangelo, al Concilio e alla tradizione cattolica”, continua il giornalista.

Per quanto riguarda invece la sovrapposizione dei due pontefici, Benedetto XVI e Francesco, il giornalista ha spiegato che l’emerito è pienamente consapevole che fatto che ciò che scrive o dice crea un contrappeso utile a chi non ama il Magistero di Papa Francesco.

“Ratzinger è consapevole della doppia presenza in Vaticano”

Certo che ne è consapevole“, dice Seewald. “Sapeva già quando non era nemmeno chiaro chi sarebbe stato esattamente il suo successore. Già con la sua dichiarazione di rinuncia ha promesso la sua obbedienza assoluta. Il papa è il papa. Non deve esserci un papa ombra e nemmeno un papa parallelo. Quei giorni sono finiti. Ma questo non significa che si sia d’accordo con tutto ciò che dice il Supremo Pastore della Chiesa”.

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Uno dei passaggi che rimarranno più impressi delle interviste di Seewald a Benedetto XVI è contenuto in un testo redatto nel lontano 1996, intitolato “Il sale della terra”. In quell’occasione il giornalista chiese a Ratzinger “Eminenza, quante strade ci sono per Dio?”, il Papa emerito rispose: “Tante quante sono le persone“.

Francesco Gnagni

Giovanni Bernardi

Scritto da
Giovanni Bernardi

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