Oggi 18 aprile: Beato Luca Passi, con zelo porta ai giovani il fuoco di Dio

Il Beato Luca Passi fu un’esempio di santità soprattutto grazie al dialogo che riusciva a intessere con il mondo dei giovani, da cui si originavano molti frutti. 

Beato Luca Passi
Beato Luca Passi – photo web source

Fin da giovane Luca nutrì aspirazioni apostoliche-missionarie, che precedettero il giorno in cui si consacrò al servizio del Signore e divenne così autentico testimone della carità evangelica. I campi in cui lasciò un segno profondo furono quelli dell’azione formativa umano-sociale e morale della gioventù.

La gioventù durante la violenza della rivoluzione francese

Nacque a Bergamo il 22 gennaio 1789, in un tempo cioè in cui la città entrò bruscamente in contatto con le idee rivoluzionarie francesi. Il padre, il conte Enrico Corner, trasferì la famiglia nella sua villa di campagna a Calcinate, dove vi era anche il palazzo dello zio, monsignor Marco Celio Passi.

Luca era il primo di undici figli, e insieme ai fratelli Marco Celio e Giuseppe si impegnò nella vita sacerdotale. Subito si distinse per pietà, devozione alla Madonna, impegno nello studio, osservanza delle regole, esercizio della correzione fraterna tra i compagni, fervorosa vita spirituale. In lui, riportano le cronache dell’epoca, divampò “l’urgenza di testimoniare e di evangelizzare” durante una prolungata adorazione e contemplazione dell’Eucarestia.

L’impegno nella predicazioni verso i più giovani

Così, con cuore ardente di carità sacerdotale, decise di impegnarsi nel ministero della predicazione. La sua chiamata era indirizzata fortemente a vivere secondo lo spirito degli Apostoli. Il voto che fece fu di obbedienza, di povertà di spirito ma anche e soprattutto di impegno per la salvezza dei fratelli “per puro amore e gloria di Dio”.

Fin da subito Luca però si rivelò anche un suscitatore di apostoli laici, per la sua capacità di intercettare la tendenza dei giovani all’aggregazione. Lui riusciva a incontrarli, avvicinandoli alla fede e formandoli ai buoni costumi. Nella sua scuola, a Calcinate, allargò l’impegno della Confraternita del Santissimo Sacramento alle donne, a cui affidò ogni associata affinché ne prendessero cura e le sostenessero nelle virtù.

La promozione di grandi opere sociali, come per le “suore contadine”

In questo modo nacque nel 1815 la Pia Opera di Santa Dorotea per la formazione cristiana delle ragazze. Un’opera di subito giudicata fortemente innovativa e unica nel suo genere sul piano pastorale, capace di coinvolgere numerosi fedeli per avere “cura” della gioventù e per formarla all’onestà della vita. Nello stesso spirito venne anche formata la Pia Opera di San Raffaele per i ragazzi.

L’Opera di Santa Dorotea aveva inoltre la speciale caratteristica di riuscire a creare grandi reti di amicizia tra le giovane, il cui scambio portava a grandi vantaggi spirituali anche per le loro stesse famiglie. Il clima era quello di sincera amicizia e la forza che ne scaturiva riusciva da questi incontri riusciva a donare molte saggie indicazioni a chi vi partecipava.

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Don Luca fu anche però promotore di altre importanti opere sociali, indirizzate in modo particolare alla fascia dei giovani poveri, soprattutto agricoltori. A questi era indirizzato, nel 1836, il Progetto Morale ed Economico, e l’istituzione delle Terziarie di Santa Dorotea, a Calcinate nel 1838, dette anche le “Suore contadine”, la cui missione era di addestrare le fanciulle abbandonate ai lavori donneschi e agricoli, compatibilmente con la loro età.

Insomma, con il suo zelo Don Luca trasmise alle sue opere e alle suore il suo desiderio più profondo, che era quello di di comunicare ai fratelli “il fuoco d’amor di Dio” di cui traboccava. La frase infatti che amava ripetere più spesso era: “Chi non arde non accende”, e che che “fa d’uopo dare anche la vita per la salvezza di un’anima”.

Giovanni Bernardi

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