Considerata la Santa Maria Goretti slovacca, Anna Kolesarova è stata beatificata lo scorso 1 settembre da monsignor Angelo Becciu in presenza del Santo Padre.
La vita di Anna Kolesarova è finita quando ancora non era diventata adulta: nata nel 1928 in un piccolo paesino slovacco al confine con Ungheria e Polonia (Vysoká nad Uhom) perse la vita per mano di un soldato sovietico che voleva violentarla nel 1944 (per precisione il 22 novembre di quell’anno) a soli 16 anni. Fino a quel giorno aveva conosciuto solo la vita di campagna e, scuola a parte, non si era mai allontanata da casa per dare una mano al padre con le faccende da sbrigare, sopratutto dopo che la madre era morta nel 1941, quando aveva appena 13 anni.
Sebbene si possa dire che questa ragazza non avesse conosciuto molto del mondo che la circondava, già a 16 anni aveva compreso quale sarebbe stata la sua strada, almeno a livello spirituale. Istruita ai valori del cristianesimo dai genitori e dagli insegnati della scuola pubblica che aveva frequentato, sapeva distinguere tra bene e male, aveva piena consapevolezza della caducità della vita terrena e dell’eternità che le riservava Dio nella vita futura. Quando il soldato scovò lei e suo padre dal nascondiglio in cui si erano rifugiati per scampare agli scontri a fuoco, non ebbe il minimo dubbio se scegliere tra la vita e la morte e scelse di mantenersi pura per Dio.
Nel corso della cerimonia di beatificazione tenuta a Košice dinnanzi alla presenza di papa Francesco, Monsignor Angelo Becciu ha ricordato ai presenti i motivi che hanno portato alla santità quella ragazzina di 16 anni, spiegando come fu proprio la sua fede in Dio ed il suo attaccamento alle virtù tipicamente cristiane a portarla ad una scomparsa prematura:
“Fortificata e ben preparata dal padre e dalla madre che con i loro insegnamenti e il loro esempio l’avevano ammaestrata a scegliere Dio prima di ogni altra cosa, a soli 16 anni si trovò di fronte al tragico dilemma se optare per la vita o la morte. La vita significava cedere ai brutali istinti di un militare dell’esercito sovietico e tradire la propria coscienza, la morte invece la portava pura all’abbraccio di Dio, che aveva imparato ad amare sopra ogni cosa. Venne colpita a morte la sera di mercoledì 22 novembre 1944, davanti agli occhi del padre. Fu uccisa per la sua resistenza e per la fermezza nel difendere la propria integrità fisica e la virtù della castità”.
Luca Scapatello
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