
L’ Austria si è schierata fermamente contro molti Imam e le loro moschee per validissime ragioni.
L’ Austria ha, infatti, deciso di chiudere alcune moschee, 7 per la precisione, e di espellere dal Paese circa 40 Imam dell’ATIB (Unione Turco-Islamica per la Collaborazione Culturale e Sociale in Austria) ed è per questo che la Turchia la sta accusando di discriminazione sociale e religiosa.
Il portavoce di Ergogan, Ibrahim Kalin, però ha dovuto incassare il colpo e il rimpatriato di molti esponenti dell’islam che, secondo il governo austriaco, hanno legami pericolosi con organizzazioni internazionali terroristiche.
“Questo è il frutto dell’ondata anti-islamica, razzista, discriminatoria e populista nel Paese”, avrebbe detto il portavoce turco, ma le foto fatte in quelle moschee sott’accusa chiariscono le idee anche a lui e a chiunque parli di discriminazione.
Le foto risalgono allo scorso Aprile e mostrano dei ragazzi minorenni coi vestiti militari, che imbracciano le bandiere turche, marciano e simulano di immolarsi come dei Martiri, nel loro luogo di culto.
Insomma, quello che le foto ritraggono sembra proprio la prova generale per un’azione terroristica o, comunque, politicamente coercitiva e tirannica.
Ovviamente, noi cristiani (e l’ Austria con noi), che in chiesa facciamo ben altri riti, ci domandiamo -forse troppo ingenuamente- come sia possibile affrontare e progettare strategie militari o pseudo tali, in un luogo dove si dovrebbe solo pregare Dio?
Sottolineiamo che l’Europa e i cristiani, e tutto il mondo occidentale, concepisce i Martiri in un altro modo.
I nostri Martiri sono coloro che, proprio per non cedere alle forze autoritarie imperanti, hanno, nel corso della storia, preferito usare le armi della preghiera e cadere sotto lunghe torture, anziché rinnegare il Creatore e alzare la mano contro il fratello.
Antonella Sanicanti