C’è una bella tradizione, molto diffusa in particolare in Campania, per il giorno dell’Ascensione di Gesù. Risale a molto tempo fa, tanto che è annoverata in quelle “tradizioni delle nonne” che è bene far conoscere, perché si tramandi alle nuove generazioni.

È comunemente conosciuta come “l’acqua di rose dell’Ascensione”, ma la storia che c’è dietro ha, anche, della vera spiritualità. Una storia che colpisce ancora oggi chi la ascolta perché, seppur sembra semplice, in realtà racchiude davvero tanto al suo interno.
Perché attendere proprio il giorno dell’Ascensione di Gesù? Cosa collega tre elementi come l’acqua, le rose e il passaggio della benedizione dell’angelo del Signore? Tradizioni che non andrebbero perdute ma conservate nel tempo e nello scrigno dei ricordi.
Una sera di maggio, trovandomi a parlare con mia nonna, così per puro caso, ma anche perché aveva da poco finito di recitare il Santo Rosario a Maria, iniziò a raccontarmi di una particolare tradizione che unisce insieme il mese di maggio (e la relativa devozione alla Vergine) con quella che è la festività liturgica dell’Ascensione.
L’antica tradizione dell’Acqua di rose per l’Ascensione
Due cose che, apparentemente, potrebbero non essere legate fra loro, ma che invece hanno un significato profondo, specie quando si intrecciano con la fede popolare. Sono in pochi, infatti, al di là dei confini regionali campani, a conoscere “l’acqua di rose dell’Ascensione”.
No, non è un intruglio, assolutamente. È semplicemente un bel modo di vivere l’Ascensione di Gesù al cielo, ricordando anche come gli Angeli siano stati presenti accanto a Lui e come, allo stesso tempo, lo sia stata anche Maria sua madre.
Andiamo per ordine. “Poi Gesù li condusse fuori i discepoli verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e fu portato verso il cielo. Ed essi, dopo averlo adorato, tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio” – racconta l’Evangelista Luca, cap.24 vv.50 – 53.
Ed ecco che, proprio in questo particolare passaggio, si affianca la tradizione popolare. È d’uso, infatti, che la sera prima della domenica dell’Ascensione, si ponga fuori la finestra un contenitore con acqua e petali di rose e lo si lasci lì sino al mattino seguente.
Si dice, infatti, come anche mia nonna mi raccontava, che a mezzanotte, quando Gesù ascende al cielo, venga accompagnato dai suoi Angeli. Proprio in quell’istante, la sua benedizione si espande su tutte le acque poste fuori le finestre dei devoti che ricordano questo speciale momento e si pongono in preghiera.

Maria è il tramite
Perché i petali di rosa? La presenza di Maria è costante in ogni momento della vita di suo Figlio Gesù. Come mia nonna mi ha raccontato, “i petali rappresentano i fiori donati a Maria nel corso del mese di maggio”. C’è da specificare, però, un altro elemento: sulla base della data della santa Pasqua, l’Ascensione cade a maggio o a giugno.
Questo fa si che, a prescindere da tutto, si passi sempre per il mese mariano e, quindi, si passi per Maria. Ma la tradizione non si ferma qui. Quella stessa acqua di rose, rimasta fuori la notte e benedetta da Gesù che sale al cielo, deve esser utilizzata al mattino del giorno dopo (domenica dell’Ascensione) per lavarsi il viso, nel nome di Gesù e di Maria.
Unire insieme tradizioni semplici che si permeano di spiritualità popolare sì, ma anche di profonda devozione.