Ecco la santità di cui ci parla il Santo Padre nel suo messaggio di oggi per la Festività liturgica di Tutti i Santi.
Papa Francesco le definisce come “la carta d’identità” dei santi stessi. Ma pone la sua attenzione anche sul concetto dell’essere costruttori di pace.
In un martedì, festa di tutti i Santi, e davanti ad una piazza San Pietro gremita di fedeli e, anche, di turisti, arrivati per ascoltarlo, Papa Francesco pone la sua attenzione sul concetto di santità e su come, ciascuno di noi, può aspirare alla santità.
Quando pensiamo ai Santi, erroneamente li si identifica come persone che sono state perfette anche nella loro vita. Il Pontefice ci spiega che, loro, erano persone come tutti noi e che, nel corso della loro vita, non sono sempre stati lineari e perfetti in tutto ciò che facevano.
I Santi, però, hanno una sorta di “carta d’identità” speciale, che sono le Beatitudini, proprio quelle che il Vangelo di Matteo di oggi ci propone nello specifico.
Una vita controcorrente e rivoluzionaria: queste sono le beatitudini. Ma l’attenzione del Pontefice è rivolta, in particolar modo, alla beatitudine che parla dei costruttori di pace: “Sono quelli che fanno la pace, i costruttori di pace. La pace va costruita e come ogni costruzione richiede impegno, collaborazione, pazienza” – spiega Francesco.
Anche se noi vorremmo che la pace piovesse dall’alto, questa “cresce in silenzio giorno dopo giorno, attraverso opere di giustizia e opere di misericordia, come ci mostrano i testimoni luminosi che festeggiamo oggi” – descrive il Papa.
Ma la domanda che ci poniamo, specialmente in un momento storico difficile come quello che stiamo vivendo, è: come si fa a diventare costruttori di pace? Il Papa ci viene incontro spiegandoci come: “Prima di tutto occorre disarmare il cuore. Sì, perché siamo tutti equipaggiati con pensieri aggressivi, uno contro l’altro, e parole taglienti […] Il seme della pace chiede di smilitarizzare il campo del cuore”.
Il Pontefice ci invita ad aprirci a Gesù, a fargli spazio nel nostro cuore, a stare davanti alla sua Croce: “È questo il punto di partenza, perché essere operatori di pace, essere santi non è capacità nostra, è dono di Dio, è grazia”. Perdonare per essere costruttori di pace, anche nelle nostre realtà quotidiane e con le persone che incontriamo giorno per giorno: questa è la pace.
“[…] Gesù a darci la risposta: gli operatori di pace “saranno chiamati figli di Dio” – conclude Francesco.
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