La lettura che il pontefice ha scelto per comunicare il proprio messaggio, che poi è quello di Dio, è quella in cui Gesù fa ritorno a Nazareth e inizia ad insegnare. Dato che il figlio di Dio ha fatto ritorno nella sua città natia ci si aspetterebbe che il popolo pendesse dalle sue labbra, ma così non è stato, il suo tentativo di diffondere il messaggio di amore, pace e carità è stato visto come antitetico alla figura che sosteneva di rappresentare: nessuno infatti a quel tempo riusciva a credere che Dio potesse scendere in forma umana per insegnare ad essere umili, nessuno inoltre credeva che se lo avesse fatto avrebbe scelto di farlo come figlio di un falegname, ma sopratutto non potevano accettare che il figlio di Dio facesse la lavanda ai piedi ai propri discepoli, pratica che veniva assolta in antichità dai servi a beneficio dei padroni.
Quell’incapacità di sovvertire il paradigma generato dalla mente umana e ciò che allontanava le persone di un tempo dalla grazia divina. Ma un simile sbaglio di presunzione viene fatto anche oggi, spiega il Santo Padre, non solo da chi non crede (in quanto rinnega la parola di Dio) ma anche da quei fedeli che accolgono solo in parte il messaggio divino, senza prendere parte all’essenza dello stesso ovvero diffondere amore, offrire carità ed accogliere l’altro anche e sopratutto gli ultimi e i più poveri.
Luca Scapatello
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