Angelus, Papa Francesco: come separare il grano buono dalla zizzania

In una calda domenica di luglio, e davanti a tantissimi fedeli, Papa Francesco nella sua catechesi dell’Angelus, ha posto l’attenzione sul vangelo del giorno.

Il grano buono e la zizzania sono al centro della sua riflessione. Come riuscire a coltivare e a sapere le due cose? Ecco la parabola di Gesù che ce lo spiega.

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Allo stesso tempo, il Santo Padre ha voluto accanto a sé un giovane ed un’anziana, in segno e in ricordo della Terza Giornata dei nonni e degli anziani, indetta per oggi.

Papa Francesco ed il brano del Vangelo sul grano e la zizzania

La catechesi sul brano del giorno del Vangelo, quello sul grano e sulla zizzania. Questa è stata l’attenzione posta dal Santo Padre oggi, nel suo Angelus domenicale, davanti ad una piazza San Pietro gremita di fedeli e di turisti, desiderosi di ascoltare le sue parole.

Nel commentare la parabola di Gesù, il Papa ci invita a porre l’attenzione proprio su questi due elementi: grano e zizzania. Dove questi crescono è, anche, il campo del mondo, della nostra vita di tutti i giorni: “So vincere la tentazione di creare un mondo perfetto e di fare piazza pulita degli altri con i miei giudizi? Nel mio cuore, sono onesto nel cercare le piante cattive con l’esame di coscienza? E infine con il vicino, so vedere ciò che è buono in lui, senza scoraggiarmi per i limiti e le lentezze?” – sono le domande che Francesco ha posto a ciascuno di noi.

Il Papa ci spiega, come anche Gesù ha fatto con la sua parabola, che il seminatore ha sparso il buon seme nel suo campo, ma il nemico, di notte, è venuto e vi ha seminato anche la zizzania. Ed entrambe sono cresciute insieme. “E quando scorgiamo erbe cattive, ci viene voglia di strapparle via subito, di fare ‘piazza pulita’”.

Ma il Signore ci avverte che è una tentazione: non si può creare un mondo perfetto e non si può fare il bene distruggendo sbrigativamente ciò che non va, perché questo sortisce effetti peggiori: si finisce – come si dice – col “gettar via il bambino insieme all’acqua sporca” – commenta Francesco.

Coltivare il campo del nostro cuore e quello di chi ci è vicino

Dobbiamo far pulizia nel campo del nostro cuore, ci dice il Papa. Il nostro cuore è uno spazio vulnerabile e, per coltivarlo bene, dobbiamo prenderci cura dei germogli del bene: “Allora guardiamoci dentro ed esaminiamo ciò che succede, cosa sta crescendo in noi di bene e di male. C’è un bel metodo per farlo: è l’esame di coscienza, che serve proprio a verificare, alla luce di Dio, che cosa succede nel campo del cuore” – ci spiega.

C’è anche un altro campo, dice il Papa, al quale guardare: quello del vicino, quello che frequentiamo ogni giorno e che troppo spesso giudichiamo: “Chiediamo la grazia di saperlo scorgere in noi, ma anche negli altri, cominciando da chi ci sta vicino. Non è uno sguardo ingenuo, è uno sguardo credente, perché Dio, agricoltore del grande campo del mondo, ama vedere il bene e farlo crescere fino a fare della mietitura una festa!”.

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Giornata dei nonni e degli anziani, il Papa: “Non lasciamoli soli”

E, in occasione anche della Terza Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, nell’omelia della Santa Messa il Papa esorta a coltivare le relazioni con chi è avanti negli anni perché ci sia uno scambio fecondo tra generazioni. E, soprattutto, fa una richiesta a chi è più giovane, ovvero quella di non lasciare da soli i nonni e gli anziani, ma di continuare a crescere insieme a loro.

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