Angelus. L’appello di Papa Francesco: non rassegniamoci!

Il pensiero e la preghiera del Santo Padre sono rivolti a chi soffre. Il Vangelo di oggi, tuttavia, ci esorta a non perdere di vista l’essenziale di fronte alle difficoltà.

Giovani allegri e danzanti accolgono oggi Papa Francesco quando si affaccia a Piazza San Pietro per il tradizionale Angelus e coinvolgono le tante persone accorse al ritmo di note improvvisate.

Papa Francesco all'Angelus
Papa Francesco all’Angelo di oggi (Photo web source)

Il Vangelo di oggi e la Giornata dei poveri esortano a fidarsi di Dio e mettersi in gioco

Fidarci di Dio anche nelle ore buie della storia

Ad ornare oggi il balcone di Piazza San Pietro c’è il manifesto della Giornata Mondiale dei poveri, istituita proprio da Papa Francesco e giunta oggi alla sua VII edizione. Il ringraziamento del Pontefice è rivolto a quanti ogni giorno si prendono cura delle persone povere e si sono sentiti mobilitati da questa giornata. A loro garantisce il suo sostegno nella preghiera. Tra i poveri che oggi il Papa ricorda ci sono le popolazioni in guerra, in particolare la martoriata Ucraina, Palestina e Israele, ma anche il Myanmar (in Birmania) che soffre per violenze e soprusi.

A tutti ricorda che la pace è possibile ci vuole buona volontà. Non rassegniamoci alla guerra! Essa è sempre una sconfitta guadagnano solo i fabbricatori delle armi. Anche nelle ore buie però non bisogna mai perdere la fiducia in Dio, lo insegna proprio il Vangelo di oggi. Un padrone prima di partire affida i suoi talenti ai servi, cioè il suo capitale. Li distribuisce in base alla capacità di ciascuno. Al ritorno ne chiede conto. Due hanno raddoppiato uno per paura ha seppellito la sua parte. Sarà aspramente rimproverato.

Le reazioni dei servi esprimo due modi diversi di accostarsi a Dio. Uno è di chi seppellisce il talento ricevuto, chi non sa vedere le ricchezze che Dio ha dato non si fida di sé stesso né di Dio. Ha paura non vede la stima e la fiducia che il Signore ripone in lui; vede un giudice che pretende più di ciò che dà. Non riesce a credere nella bontà del signore. Si blocca non si lascia coinvolgere nella missione ricevuta. Gli altri due ricambiano la fiducia, investono tutto ciò che hanno ricevuto. Non sanno se andrà bene accettano il rischio di mettersi in gioco. Reagiscono con libertà ma in modo creativo generando nuova ricchezza.

Parabola dei talenti
Parabola dei talenti (photo web source)

La fiducia libera, la paura paralizza

Ecco il bivio di fronte al quale prima o poi tutti ci troviamo: o hai paura davanti a Dio o hai fiducia. Tutti abbiamo ricevuto dei talenti da Dio più preziosi del denaro. Li investiamo in base alla fiducia che abbiamo in Dio. È normale non sentirsi adeguati, ma occorre abbandonarsi a Dio e siccome Lui si fida di noi dobbiamo aver fiducia in noi stessi. Ecco che vuol dire la fiducia libera, la paura paralizza. È un bene interrogarsi seriamente: Confido in Dio anche quando i risultati non sono certi né scontati? So dire ogni giorno signore mi fido di te fami capire come andare avanti? Anche come Chiesa dobbiamo avere fiducia reciproca.

Mai avere paura di Dio. Timore sì, ma paura no, perché il timore dice rispetto del Creatore, umiltà della creatura, aiuta a mantenersi al proprio posto, ma sempre rivolgendosi a Dio come Padre che ama, accoglie e promuove ciascuno. Come è successo per i martiri che sono stati beatificati ieri a Siviglia. Don Manuel González-Serna Rodríguez e un gruppo di compagni uccisi in odio alla fede nel 1936. Hanno testimoniato cristo fino alla fine il loro esempio conforti i cristiani discriminati per la fede.

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