Charlie Charlie Challenge: quando il gioco dei bambini è dominato da satana

Charlie Charlie Challenge è un gioco innocente?

I nostri bambini sono le vittime prescelte dal demone Charlie!

Charlie Charlie Challenge
Questo è proprio uno di quei casi in cui bisogna dare l’allarme e propagare, di città in città, di scuola in scuola, di famiglia in famiglia, un messaggio che metta tutti in guardia, contro i pericoli del Web.
Si discute sovente dell’età, sempre più precoce, dei bambini e dei ragazzi che riescono ad avere libero accesso alla rete internet e, inconsapevoli degli inganni che si celano dietro certi annunci o certi giochi, vengono coinvolti da coloro che sfidano la loro ingenuità e purezza.

Bambini in web? Ecco quanti pericoli corrono

Forse, non tutti i genitori sanno che esistono delle App (per il controllo parentale), che permettono di monitorare le pagine a cui i figli potrebbero accedere, dal telefono cellulare.
Una funzione molto simile esiste anche su un comune Personal Computer (Family Safety Filter, ad esempio), ma deve essere attivata, perché possa essere d’aiuto.
Anche se non si comprende a pieno il motivo per cui i bambini molto piccoli potrebbero necessitare di usare internet e se si mettono continuamente in guardia i genitori sui pericoli delle chat, che aprono una comunicazione istantanea con degli sconosciuti, o della pedofilia telematica, i cui affiliati cercano in Web le loro prede, bisogna sottolineare -fino allo sfinimento- che ci sono ben altre trappole che sfruttano la rete.

“Charlie Charlie Challenge”: un esperimento esoterico

Oggi vogliamo parlare, in modo specifico, della facilità con cui molti bambini, in tantissime città, sono venuti a contatto con quello che sembrerebbe un gioco innocente, ma che, in realtà, nasconde una storia arcana, proveniente probabilmente dal Messico.

Charlie Charlie Challenge
photo web source

Pare che, già da qualche anno, attraverso l’hashtag #charliecharliechallenge si sia diffuso il gioco -o presunto tale- chiamato “Charlie Charlie Challenge”, propagato, poi, maggiormente da Facebook, Youtube e da altri Social Network.

Il video di “Charlie Charlie Challenge” mostra due matite, disposte a croce su un foglio di carta. Nelle 4 sezioni che se ne ricavano, si scrive “si” e “no”, come mostra la figura in alto.
A quel punto, se anche un solo bambino riesce ad emulare quello schema e a riproporlo in classe, il gioco diviene attivo.
Il “Charlie Charlie Challenge” è, a tutti gli effetti, un esperimento esoterico, reso virale dai Social. Anche se molti ne sminuiscono il potere medianico, il suo meccanismo richiama immediatamente alla memoria il funzionamento di una tavola Ouija, usata per le sedute spiritiche.

Il “Charlie Charlie Challenge” evoca uno spirito/demone di nome Charlie. A lui si chiede di far muovere la matita (posta al di sopra dell’altra) sul foglio e di rispondere “si” o “no” alle domande che gli vengono fatte.
Il rito comincia con una richiesta: “Charlie, Charlie, sei lì? Charlie Charlie possiamo giocare?”.

Charlie Charlie Challenge
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Alla fine della elementarissima, quanto efficace, seduta spiritica, si ripete “Addio Charlie” e si gettato a terra le matite e il foglio.
Chi lo ha progettato e messo in rete, dunque, sa benissimo che ogni esperimento esoterico deve essere chiuso, prima che i partecipanti lascino il rito, per non permettere allo spirito evocato di vagare per il mondo, liberamente.
Se “Charlie Charlie Challenge” fosse solo un gioco, perché prendersi la briga di elaborarlo in quel modo?

“Charlie Charlie Challenge” ha trovato i nostri bambini in Web

Qualcuno pensa che la matita si sposti sul foglio perché è instabile o perché accidentalmente i partecipanti muovono il tavolo. Altri suppongono che si tratti di una soggezione, di un condizionamento psico-emotivo.
Le mamme e le educatrici che, in tante scuole, hanno assistito alla “trasformazione” dei bambini, conquistati da “Charlie Charlie Challenge”, però, sono di tutt’altro avviso; costrette ad interpellare anche dei sacerdoti esorcisti -in molti casi- per far luce su alcuni strani eventi, che coinvolgevano i più piccoli.

“Charlie Charlie Challenge”: una testimonianza diretta

Una di queste vicende, ci è stata raccontata da una mamma, molto vicina alla nostra redazione, che ha voluto coraggiosamente sostenere la pubblicazione di questo articolo, per il bene dei bambini e delle famiglie, che potrebbero essere state toccate da questo gioco, ordito dal male.

Nel rispetto delle persone coinvolte (soprattutto dei minori) e di chi, con grande garbo e fede, sta cercando di porre rimedio a quanto è accaduto, manterremo il loro anonimato.
Quello che possiamo dire, però, è che il foglio che vedete qui sopra è stato trovato, dalla mamma di un bambino di sei anni, nel suo zainetto.
Il bambino, che stava partecipando ad un campo scuola estivo, in una sede vicino casa, lo aveva scritto di suo pugno, sotto dettatura di una coetanea che, purtroppo, è già avvezza a quel genere di esperienza, sicuramente attinta dal Web.

Possiamo solo immaginare quanto possa essere stato terrificante per un genitore scoprire che il proprio bambino sia venuto in contatto con “Charlie Charlie Challenge”!
Parliamo di bambini molto piccoli, che a malapena sanno scrivere, ma che hanno avuto la possibilità di accedere ad internet, incontrollati.
Se i bambini possono essere ritenuti inconsapevoli, data la loro tenera età, di ciò che quel meccanismo rappresenti e dell’effetto che quel video possa avere sulla loro personalità, altresì i genitori sono inconsapevoli di quanto siano precoci i loro figli, lasciati davanti ad uno schermo.

La mamma di cui parlavamo ha prontamente avvisato la direttrice della scuola, illustrandole i fatti.
Grazia a Dio, ha trovato in lei comprensione e collaborazione, tanto che, tutti i genitori dei bambini coinvolti sono stati allertati.
Per tutti loro, chiediamo le vostre preghiere, perché ci si possa sempre render conto, in tempo, del dramma spirituale in cui si potrebbe incappare, in casi come questo.
Nel ringraziare la mamma che si è esposta, per segnalarci questa brutta faccenda, non possiamo fare a meno di chiederci: cosa sarebbe successo se lei non si fosse accorta del pericolo o se avesse ritenuto “Charlie Charlie Challenge” un giochino da ragazzi?

Antonella Sanicanti

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