IN AFRICA MOLTI SOLDATI HANNO SOLTANTO DODICI ANNI
Molti di noi da piccoli giocavano alla “lotta”, emulando le spadacciate di Zorro o i raggi fotonici di Goldrake.
Per tanti bambini nel mondo la guerra non è mai stata un gioco, invece.
Ci sono infatti molti scontri in atto nel continente africano, ad esempio, di cui non si parla quasi mai. Le guerriglie e le violenza si perpetuano, in quelle terre, quotidianamente, da anni, e sono indescrivibili. Riguardano specialmente i civili, intere famiglie vengono sterminate, prese di mira da soldati o guerriglieri, per non parlare di ciò che accade alle donne e ai bambini. Questi ultimi spesso vengono privati dell’innocenza, della loro immaginazione, del infanzia e destinati ad altri cruenti ruoli. Vengono catturati, rapiti, dai posti che frequentavano abitualmente e di loro non si hanno più traccia.
L’Unicef lo sta denunciando da diversi anni. A dimostrazione citiamo il tragico episodio di un paio di anni fa, in cui, nel Sud Sudan, scomparvero ben 89 bambini, in una sola giornata.
Accadde nel villaggio di Wau Shilluk. Un gruppo armato portò via dei ragazzini dodicenni, durante un esame scolastico.
Partirono subito le ricerche, con la speranza di ritrovarli in qualche angolo del paese, ma non ci furono riscontri. L’Onu dichiarò, e non fu certo un caso isolato, che probabilmente quei ragazzini erano stati reclutati, contro la loro volontà, per essere addestrati a diventare soldati.
La cosa più allarmante e preoccupante è che, ad organizzare questi interventi, non sono solo ribelli, ma anche militari governativi.
L’Onu parla purtroppo di oltre 12.000 bambini-soldato solo in un anno.
E’ un segno pericolosissimo per le nuove generazioni, poiché non permette loro di scegliere un futuro di pace, ma solo di ereditare l’odio dei loro predecessori e di perdere in questo la volontà decisionale.
Se un popolo non può contare sul riscatto dei giovani, sulla loro fresca speranza in un mondo di pace, allora è proprio destinato a morire e a cadere nella dimenticanza più assoluta.
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