Affleck e Lopez: sesso a tempo | L’accordo che svilisce il matrimonio

Un accordo tra Jennifer López e Ben Affleck mostra come ormai si punti solamente a snaturare la concezione cristiana e trascendente del matrimonio come sacramento, per ridurlo a un mero accordo tra le parti volto a soddisfare le parti più basse e istintive dell’essere umano. 

La cosa più sorprendente è che tutto ciò viene lodato come un segno del progresso, quando si tratta invece della distruzione di ciò che di più importante c’è per ogni coppia.

ben affleck e jennifer lopez
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La cantante Jennifer López ha infatti imposto al futuro marito Ben Affleck una quota di sesso settimanale per contratto, in un crescendo di eccentricità e atteggiamenti da parte del mondo di Hollywood che non vanno mai nella direzione della cultura cristiana, ma sempre puntualmente dalla parte opposta.

L’ultima trovata di Affleck e Lopez

Proprio quando si pensa di averne viste di tutti i colori, tra cultura gender, bambini a cui non viene assegnato il maschile o femminile, nomi come la figlia di Elon Musk in codice alfanumerico che sembrano usciti da una saga di Guerre stellari, rituali satanisti come quelli tra Megan Fox e il suo compagno, ce n’è sempre una nuova a rattristare chi continua ad avere speranza sull’umanità, almeno quella occidentale. 

Dall’idea di Jennifer López ne emergerebbe quindi a cascata quella che secondo le èlite internazionali dello spettacolo dovrebbe essere l’idea contemporanea di matrimonio, e di conseguenza questa stessa idea viene trasmessa attraverso i mezzi di comunicazione a tutti i giovani. Un’idea purtroppo totalmente degenere, che nasconde il fine divino dell’unione tra uomo e donna nel matrimonio per ridurla a qualcosa di molto più simile allo stato animalesco, centrato solo sugli istinti.

La relazione tra Jennifer López e l’attore Ben Affleck, riallacciatasi dopo il distanziamento avuto in seguito al primo innamoramento negli anni duemila, è una tra quelle più in voga nel panorama americano. Un po’ come Belen Rodriguez e Stefano De Martino in Italia, oppure Chiara Ferragni e Fedez, noti come i “Ferragnez”, nome che scimmiotta proprio la stessa coppia americana allora nota come i “Bennifer”.

Una pratica che sembra diffusa negli Usa e che mostra una deriva

Dopo la rottura Jennifer López si è sposata con il cantante Marc Anthony, e l’ex marito Ben Affleck con l’attrice Jennifer Garner. Insomma un modello perfetto, quello della separazione, di quanto oggi accade a molte coppie in tutto il mondo, secondo i dati ormai più della metà di coloro che decidono di convolare a nozze. Dopo venti anni i due però sono tornati sui loro passi e hanno deciso di sposarsi di nuovo, secondo quanto annunciato di recente dalla stessa Jennifer López.

Sembra però ormai pratica diffusa negli States, nello specifico tra coppie famose ed estremamente ricche, quella di scrivere un contratto prematrimoniale in cui mettere al sicuro i propri interessi, insomma per salvaguardarsi dal rischio di un mero interesse economico da parte di uno dei due partner. In questo caso, stimato in circa 400 milioni di dollari di patrimonio da parte della donna, e 150 circa da parte dell’uomo.

E già qui, purtroppo, si comprende come di per sé il matrimonio non è che parta proprio su solide basi. Quale sarebbe quindi la fiducia reciproca, se sono gli avvocati a stilare il patto di nozze? In questo caso, però, la cantante è andata ancora oltre a quello che ci si potrebbe immaginare, e oltre alla “salvaguardia” economica ne avrebbe avuta anche un’altra, di tipo più intimo. Il contratto includerebbe infatti l’esigenza della donna di avere rapporti sessuali in un numero ben determinato, almeno quattro volte alla settimana. Non si può sgarrare.

Ci si immagina la “passione” dell’amore ridotto a burocrazia

Molti, con ironia, avranno commentato immaginandosi la “passione” di una tale riduzione dell’atto più grande di unione in una coppia di sposi a un mero impegno di natura burocratica. Una sorta di obbligo di lavoro, che riduce un matrimonio a un mercimonio. La cosa più sconvolgente è che nel nome dell’emancipazione femminile, specie di quelle ricche e potenti come la López, la scelta è stata praticamente lodata da ogni commentatore.

Nessuno ha notato che si tratta di una clausola aberrante che annulla ogni valore, potenza o bellezza di quel sì che ogni coppia nel mondo pronuncia nel giorno più importante della propria vita. Arrivare al matrimonio con tutta una serie di doveri e clausole contrattuali da rispettare non sembra lasciare presagire il massimo dell’idillio o della libertà.

Figuriamoci se ci si immagina di concepire il matrimonio secondo la visione cristiana, quella di un’unione tra due sposi che nel nome di Cristo, che dal giorno delle nozze comincia a camminare nella coppia, si donano il proprio amore eterno nella gioia e nel dolore, finché morte non vi separi. Il tutto non per guardare sotto le lenzuola, ma per puntare dritti al cielo, all’amore di Dio che è ciò che di più grande in assoluto Lui ha donato all’umanità.

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