Papa Leone svela il libro che guida la sua vita spirituale e nutre il suo rapporto con Dio

Papa Leone XIV in un’intervista in aereo ha rivelato qual è il libro che lo ispira e che facilita costantemente la sua vita spirituale nel rapporto con Dio.

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Papa Leone rivela il libro che lo ispira – lalucedimaria.it

Di ritorno dal viaggio apostolico in Turchia e Libano, papa Leone XIV ha risposto alle domande che gli hanno posto i giornalisti presenti in aereo e ha conversato con loro su temi importanti. Oltre a parlare di questioni di politica internazionale, delle più strette urgenze come la pace ed altri temi di fondamentale importanza, ha rivolto il pensiero alla vita spirituale personale.

La giornalista Cindy Wooden, del Catholic News Service gli ha chiesto circa il suo ruolo di pontefice, che sta imparando a svolgere giorno dopo giorno in questi primi mesi di pontificato. Voleva ricavare qualche indiscrezione sul Conclave e invece ha avuto come risposta un’indicazione importante che serve a tutti per la propria vita spirituale. Il papa, infatti, ha parlato di un piccolo libro che lo ispira e che nutre la sua anima.

Papa Leone XIV spiazza tutti: il libro che lo ispira è di un frate carmelitano del Seicento

Il Santo Padre ha fatto riferimento ad una domanda che gli era stata posta pochi giorni fa da un giornalista tedesco che voleva sapere da quale libro si potesse comprendere la sua spiritualità, oltre a quelli di sant’Agostino. Allora papa Leone ha indicato “La pratica della presenza di Dio”.È un libro davvero semplice, di qualcuno che non firma neanche con il suo cognome, fratel Lawrence“, ha detto.

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Il libro del frate carmelitano consigliato da papa Leone – lalucedimaria.it

Si tratta di un piccolo libretto scritto da un frate carmelitano scalzo del Seicento, oggi Venerabile Fra Lorenzo della Resurrezione. “Descrive un tipo di preghiera e spiritualità con cui uno semplicemente dona la sua vita al Signore e permette al Signore di guidarlo. Se volete sapere qualcosa su di di me, di quella che è stata la mia spiritualità per molti anni, in mezzo a grandi sfide“, lo ha descritto, così, il papa.

Questo testo carmelitano invita a riscoprire una preghiera fatta in modo semplice e costantemente nella vita di tutti i giorni. Vissuto in Francia tra il 1614 e il 1691, al secolo Nicola Herman, propose la pratica quotidiana della presenza di Dio in ogni attività.

In dialogo con Dio in ogni momento della vita

Era un frate che si dedicava ad a umili lavori manuali, come cucinare, considerato un esempio di umiltà e saggezza spirituale. Insegnava che la vocazione era quella di vivere costantemente in una conversazione intima con Dio, trovandolo in ogni cosa, anche nel “trambusto della cucina“.

Sottolineava l’importanza di una fede viva e la pratica quotidiana della presenza di Dio la favorisce e la alimenta. Credeva che bisognasse abbandonarsi a Dio e amarlo per amore dell’amore stesso. Vivere in comunione con Dio in ogni momento, in un’intima unione che è il fulcro della spiritualità carmelitana è dunque il cardine dell’insegnamento di questo frate seicentesco preso a modello dal papa.

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Consigli pratici per approfondire l’unione con Dio – lalucedimaria.it

L’attività che propone è più che altro uno stato dell’anima, come un dialogo, una conversazione intima e profonda che avviene costantemente con il Signore. La preghiera, come diceva la grande santa Teresa d’Avila, riformatrice del Carmelo e Dottore della Chiesa, è “un trattare con amicizia, intrattenendosi molte volte da soli con Chi sappiamo che ci ama“.

I consigli pratici per vivere con il Signore sempre

Si tratta, perciò, di sviluppare uno sguardo d’amore costante. il che non viene da uno sforzo intellettuale e non lo richiede, perché è solo mantenere il cuore rivolto a Colui che per noi è tutto. Non c’è alcuna astrazione in questo, ma un’estrema concretezza, che va all’essenziale: il rapporto con la Trinità in modo da farci abitare da Dio e vivere in Lui.

Nel pratico il frate carmelitano donava preziosi consigli:  da compiere sono gesti piccoli come un ricordo improvviso mentre si è indaffarati nelle varie attività, un atto di adorazione con il pensiero, il rivolgersi a Lui quando la mente non è occupata, offrire fatiche piccole e grandi. Questo moto dell’animo verso Dio può essere continuo e diventare sempre più frequente durante la giornata in un’unione che cresce sempre di più e si fa più viva e profonda.

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