9 agosto: la statua della Madonna di Nagasaki sopravvive all’olocausto atomico

 La seconda bomba atomica sganciata dagli Usa sul Giappone nell’agosto 1945 spazza via tutto. Sopravvivono una statua della Madonna e un convento di frati. 

madonna di nagasaki
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Il 9 agosto 1945 è una delle date più terribili della storia dell’umanità. Quel giorno gli americani scelgono alla loro “lista dell’orrore” Nagasaki, la città più cattolica del Giappone, per ripetere la strage atomica che tre giorni prima aveva portato morte e devastazione a Hiroshima. Proprio lì a Nagasaki nel 1930, ben prima dello scoppio della Seconda guerra mondiale, San Massimiliano Maria Kolbe aveva progettato di costruire un convento dedicato all’Immacolata in Giappone.

Quando espose il suo progetto di costruire il convento dietro il monte Hikosan, una piccola collina che domina Nagasaki, si era visto schernire dai superiori e dalla gente del posto. Tutti cercarono di impedirglielo, visto che il posto era molto scomodo, senza acqua né luce. Perché non costruirlo in città con tutte le comodità a portata di mano?

Ma Padre Kolbe, evidentemente ispirato dalla Vergine, andò avanti con determinazione e aspettò che i superiori cambiassero idea. Alla fine arrivò il consenso e costruì il convento proprio lì, alle falde del monte Hikosan, chiamandolo Mugenza No Sono (Giardino dell’Immacolata). Ma torniamo a Nagasaki. Fin dal XVI secolo qui era sorta la più grande comunità cattolica del Giappone.

Nagasaki, la città più cattolica del Giappone

A Nagasaki il 5 febbraio 1597 trentasei martiri avevano dato la vita per Cristo (sei missionari francescani, tre gesuiti giapponesi, ventisette laici). Pio IX li ha canonizzati nel 1862. Nel 1637 si scatena un’altra persecuzione ancora più terribile, che porta all’uccisione di 35 mila cristiani. Da allora la giovane comunità vive praticamente nelle catacombe, senza sacerdoti.

Mugenzai No Sono
Mugenzai No Sono visto dall’esterno (Screenshot YouTube @Krakowska Prowincja Franciszkanów) – lalucedimaria.it

Ma i cristiani di Nagasaki non si estinguono e sopravvivono per oltre due secoli come chiesa “clandestina” finché nel 1865, grazie al padre Petitjean, la città può ritornare alla regolare vita sacramentale. Tutto rifiorisce quando nel 1889 il Giappone proclama la piena libertà religiosa. Il 15 giugno 1891 viene eretta la diocesi di Nagasaki, dove nel 1929 sono concentrati concentrati due terzi dei cattolici giapponesi.

Dopo secoli di persecuzioni i cattolici di Nagasaki devono affrontare la prova tremenda della bomba atomica. Esploso a un’altezza di 500 metri sopra la valle di Urakami, l’ordigno nucleare trasforma immediatamente la città e l’intera regione in un inferno in terra. Solo a Nagasaki fa più di 100.000 vittime e spazza via l’80% della città.

Il convento voluto da Padre Kolbe e la statua della Madonna sopravvivono alla bomba

Rimane intatto invece il convento voluto da San Massimiliano Maria Kolbe (nel frattempo morto ad Auschwitz nel 1941), protetto dalla devastante potenza dell’atomica proprio grazie all’interposizione del monte Hikosan. A Nagasaki c’è un altro miracolo legato alla bomba. Tra gli edifici ridotti in macerie c’è anche la cattedrale di Urakami, allora una delle più grandi chiese asiatiche.

Quando scoppia quella che i piloti americani, noti per la loro sinistra voglia di scherzare, avevano battezzato come “Fat Boy” (il «grassone») le vetrate si sciolgono come burro, i muri crollano, l’altare va in fiamme e le campane si liquefanno. A questa devastazione immane sopravvive la testa di una statua di legno della Madonna.

Statua Madonna Nagasaki
La statua della Madonna miracolosamente sopravvissuta alla bomba atomica sganciata su Nagasaki (Foto Facebook @Vatican News) – lalucedimaria.it

Gli occhi della Madonna appaiono bruciati – come quelli di moltissime vittime della bomba -, la guancia destra è visibilmente annerita mentre una screpolatura percorre il viso come una lacrima. «La prima volta che ho visto la statua danneggiata, ho pensato che la Vergine Maria stesse piangendo», dirà il giovane sacerdote Shigemi Fukahori.

I resti della statua miracolosamente sopravvissuta ora si trovano nella chiesa ricostruita nello stesso punto, ad appena 500 metri dal punto di esplosione dell’ordigno nucleare. Sempre nella cattedrale di Urakami si trovava una statua di Sant’Agnese: adesso è nei corridoi delle Nazioni Unite a New York, come monito contro ogni distruzione atomica.

Preghiera di Giovanni Paolo all’Immacolata Vergine Maria a Mugenzai No Sono

Oh Immacolata Madre della Chiesa, attraverso la tua umile intercessione presso il tuo Figlio, concedi che questo “piccolo gregge” diventi, di giorno in giorno, un più eloquente segno del Regno di Dio in Giappone! Fa’ sì che, per suo mezzo, questo Regno risplenda di più viva luce nella vita del popolo e si diffonda fra gli altri attraverso la grazia della fede e il santo Battesimo.

Possa crescere sempre più forte per mezzo dell’esemplare vita cristiana dei figli e delle figlie della Chiesa in Giappone. Possa crescere forte nell’attesa della venuta del Signore, quando la storia del mondo si realizzerà nell’unico Dio. 

Questo io affido a te, oh Unica Immacolata, e questo io imploro da Cristo attraverso l’intercessione di tutti i santi e beati martiri giapponesi, e del beato Massimiliano Kolbe, l’apostolo che tanto ha amato questa terra. Amen. 

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