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Cristo in Croce: la nostra salvezza in quelle ultime 7 frasi

Avete mai riflettuto sulle 7 ultime frasi pronunciate da Gesù Cristo, nelle ore della sua agonia, precedenti la fine della sua vita terrena?

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Esse furono pronunciate dall’uomo-Dio che adempiva le Sacre Scritture. Riepiloghiamole insieme, per meditare meglio sul significato profondo di quel sacrificio.

“Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”

Gesù era appeso alla croce, agonizzante, sapeva che, da li a poco, avrebbe reso lo Spirito e sarebbe ritornato al Padre. Uno dei suoi ultimi pensieri fu quello di non far ricadere sui suoi aguzzini, sulla umanità tutta, la sua ingiusta condanna a morte.

Lui è l’uomo giusto, che paga con la propria vita l’annunciò della Verità e con il suo perdono, per la crocifissione subita, lava il mondo dal peccato e dispiega la forza della Misericordia di Dio.

Cristo al ladrone: “In verità ti dico: oggi sarai con me nel paradiso”

Questa è la frase che Gesù rivolse a uno dei malfattori, crocifissi accanto a lui; a colui che ne difendeva l’innocenza, riconoscendo che era stato messo a morte ingiustamente.
E, di fronte a questa dimostrazione di “sapienza”, davanti a questo ultimo atto di riconoscimento delle proprie mancanze, Gesù perdona ogni colpa al ladrone e promette di portarlo con se, al cospetto dell’Eterno.

La sorte li accumuna, in quel momento, così, Gesù e il ladrone sprofonderanno prestissimo nell’oscurità della morte, per poi risorgere, insieme e per sempre, a vita eterna.
E’ questa un’ennesima dimostrazione dell’amore di Gesù per il peccatore che, anche nell’ultimo istante della sua vita, si pente. Gesù lo cerca, lo trova pentito e lo premia per la sua conversione, per il suo atto di fede.

“Donna, ecco tuo figlio”; “Ecco la tua madre”. Sotto la croce di Cristo sostano Maria e il discepolo che egli amava tanto.
Alla Vergine, lo affida, per mettere, in effetti, tra le sue braccia, l’umanità intera. Al discepolo presenta Maria, perché sia, da quel momento in poi, la Madre di ogni uomo, a cui rivolgere ogni parola, ogni pensiero, ogni richiesta di conforto e sostegno. Ecco il testamento di Cristo, per coloro che gli sopravvivono in questo mondo.

“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”

Nell’agonia terribile della croce, si sente il grido disperato dell’uomo morente, che cede per un attimo soltanto alle sofferenze della carne e cerca Dio. In quel momento, l’uomo-Dio, Gesù Cristo, è completamente solo, innalzato sulla croce, perché è da solo che deve morire e scendere negli Inferi, per riscattare dalle mani di Satana ogni anima e ricondurle al Padre.

Non prima, però, della dura battaglia e della vittoria sul male, che è iniziata molto prima della crocifissione. Gesù, in quel momento, ha su di se il peso della cattiveria del mondo e del peccato di ognuno di noi.

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Cristo compie le scritture: “Ho sete”

Gesù chiede da bere, prima di morire; proprio lui, che aveva dichiarato di essere l’acqua viva che disseta per sempre, ora ha sete.

Ciò che offrono a Gesù, in quel frangente, non è nemmeno acqua di sorgente che, per lo meno, avrebbe potuto saziare la sua umana arsura. E’ vino (aceto) mescolato con mirra (definito, fiele, tant’era amaro), ossia una sostanza che si riteneva fosse soporifera. Gesù la rifiutò: doveva bere il calice della morte fino all’ultima goccia.

“Tutto è compiuto”. Tutto era stato fatto secondo la volontà di Dio, dunque, la morte del corpo poteva sopraggiungere. Ciò che ai nostri occhi poteva sembrare la fine di ogni cosa, fu l’iniziò della storia di salvezza.
L’uomo-Dio cede il passo al Figlio di Dio, Persona della Trinità.
La pienezza di ogni sua promessa si compie, mostrando che non può esserci un amore più grande di colui che dona la sua vita per gli altri.

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“Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito”

Gesù muore, si rimette totalmente nelle mani del Padre eterno e il suo Spirito, donato a noi, echeggia nel mondo e mai ci abbandona da allora, in attesa di cose nuove, in attesa che si compia, anche per questa terra, la fine dei tempi.

Antonella Sanicanti

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