Padre Pio considerava l’umiltà la virtù per eccellenza e la vera base della fede. Quali sono le 6 indicazioni pratiche del Santo di Pietrelcina per sconfiggere l’orgoglio e vivere l’Amore di Dio.

Il santo frate è, anche, un modello da imitare per tutti e, tantissimi, ancora oggi, possono considerarsi dei suoi figli spirituali. I suoi scritti, i suoi gesti, le sue regole di vita sono presi a modello per coloro che vogliono abbracciare la sua spiritualità.
Ci ha lasciato davvero tanto questo piccolo ed umile frate, oggi nella gloria del Paradiso. Ciò che colpisce, però, è che la sua umiltà è fatta di ben 6 punti che non vanno mai dimenticati.
Padre Pio ci insegna cosa sia l’umiltà attraverso un percorso di 6 insegnamenti
La sua vita è stata un segno di santità quando lui era ancora fra noi e sono stati davvero in tanti coloro che, ancor prima che li salisse al cielo, lo indicavano e lo chiamavano già Santo. Padre Pio da Pietrelcina non è stato solo un santo del secolo scorso: tantissimi sono coloro che, ancora oggi, gli sono devoti ed attendono da lui le sospirate grazie e che accompagni le nostre preghiere al trono dell’Altissimo.
Guardare alla sua vita come ad un esempio da imitare non è un qualcosa che hanno fatto solo i suoi figli spirituali e tutti coloro che lo hanno conosciuto. Anche tutti coloro che hanno imparato a guardare e a vedere in lui una guida, anche dopo la sua morte, hanno saputo apprezzarne la forza, la fede e la devozione che lui aveva.
Padre Pio, il frate umile: sì, perché l’umiltà è stata sempre al centro della sua vita. Il suo essere piccolo, ma sempre nelle mani e per il volere di Dio. Le sue sono delle vere e proprie regole per poter capire, apprezzare e mettere in pratica l’umiltà stessa anche nella nostra vita. Scopriamo insieme quali sono.

Le sue regole di vita per imparare l’umiltà
Lui non insegnava con grandi discorsi o grandi sermoni che potevano anche risultare difficili per chi ascoltava. Padre Pio era semplice, diretto: il suo silenzio, la sua sofferenza dicevano già tantissimo. In uno scritto del 1918 ad Antonietta Vona, una sua figlia spirituale, il santo frate le ha lasciato un grande dono: quello di sei piccole regole per imparare e capire cosa sia l’umiltà, una virtù difficile ma la più apprezzata da Dio.
La prima è: “Non ti compiacerai mai di te stesso”. Ci invita a non cercare mai quella che è la nostra gloria personale, perché ogni virtù è un dono che abbiamo ricevuto e l’umiltà nasce dal sapere che tutto viene da Dio. La seconda è: “Non lamentarti mai delle offese”. Tutte le ferite dell’anima diventano preziose e vanno accettate come Cristo stesso accettò la croce.
La terza è: “Scuserai tutti”. il perdono non vuol dire che dobbiamo dimenticare, ma bisogna sempre tornare a sorridere. La quarta è: “Gemerai sempre come povero dinanzi a Dio”. Chi è umile non si presenta con orgoglio, ma con un cuore semplice. Chiediamo sempre al Signore di avere pietà di noi che siamo peccatori.
La quinta è: “Non ti meraviglierai mai delle debolezze”. Affidiamoci completamente a Dio e abbandoniamo il nostro cuore al suo, come farebbe un bambino fra le braccia della sua mamma. La sesta è: “Non ti esalterai nelle virtù”. Tutto viene da Dio: non tratteniamo il bene tutto per noi ma restituiamolo al cielo. Colui che ha un’anima umile riconosce che tutto finisce dove tutto è iniziato.







