Aja, i protestanti pregano da 55 giorni per difendere una famiglia

Preghiera lunga 55 giorniLa comunità protestante della chiesa di Bethel all’Aja, sta pregando ininterrottamente da 55 giorni per difendere il diritto di asilo di una famiglia Armena.

In ambito religioso, soprattutto all’interno delle confessioni cristiane, si parla spesso del concetto di accoglienza. Seguendo le parole di Gesù Cristo riportate sul Vangelo, infatti, non si può non notare come Nostro Signore invitasse tutti quanti a considerare il prossimo come un fratello, come esortasse a mostrare gentilezza e fornire aiuto a chiunque ne avesse reale bisogno. L’accoglienza ai profughi, ai richiedenti asilo, è quanto di più vicino alla carità cristiana ci possa essere. Gli stati e le comunità ospitanti accolgono persone che fuggono da realtà difficili e danno loro la speranza, che, come saprete, è il motore della fede cristiana. L’esempio più significativo di fratellanza mostrato in questo 2018 è probabilmente quello che ancora oggi è in essere nella chiesa protestante di Bethel, dove la comunità ha accolto al suo interno una famiglia armena, i Tamrazyan, che il governo vuole rimandare in patria.

La fratellanza della comunità protestante di Bethel

La famiglia in questione, composta dai due coniugi e dai loro figli di 21, 19 e 14 anni, è giunta in Olanda 9 anni fa. Il padre di famiglia era scappato dall’Armenia poiché era un oppositore politico del governo Sarkisian ed aveva ottenuto l’asilo dai Paesi Bassi. In questi nove anni la famiglia si è integrata perfettamente in Olanda, sopratutto i figli che hanno instaurato rapporti con i coetanei locali. Nel frattempo la situazione armena si è tranquillizzata e gli oppositori politici non sono più a rischio. Per tale motivo il governo olandese ha reputato corretto rimandare i Tamrazyan in patria.

Venuto a conoscenza della situazione, il sacerdote di Bethel ha deciso di offrire asilo alla famiglia armena organizzando al contempo una preghiera continuativa che è iniziata il 26 ottobre scorso e durerà finché il governo non deciderà di accogliere nuovamente i Tamrazyan. Il sacerdote sa bene che per legge le forze dell’ordine non possono fare irruzione in un luogo di culto in cui c’è una cerimonia religiosa e per questo motivo ha chiesto ad altri sacerdoti e ai parrocchiani di organizzare una preghiera ininterrotta. All’interno della Chiesa tutti pregano ed i pastori leggono passi della bibbia, specialmente quelli inerenti all’accoglienza.

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Luca Scapatello

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