La Madonna della Celletta è intervenuta in più occasioni per salvare da pericoli, concedere grazie e anche nel corso di un’apparizione durante la quale ha consegnato un messaggio da divulgare a tutti.

La devozione alla Madonna della Celletta risale al 1490 quando un certo Giampaolo de’ Fanti, detto il Dainese – abitante di San Biagio, nel Ferrarese – sta tornando a casa insieme alla moglie. Nel momento in cui la coppia passa lungo il fiume Reno in piena, il cavallo scarta e trascina in acqua tutta la carrozza.
I due coniugi vedono concreto il rischio di annegare e invocano la Vergine che interviene e salva le loro vite. In segno di gratitudine, gli sposi fanno costruire sul luogo, all’altezza di Argenta, una cappella dove collocano un dipinto della Madonna. Nel tempo la gente prende l’abitudine di chiamare «celletta» la cappella che vede rapidamente aumentare l’afflusso di pellegrini.
Si renderà perciò necessario ampliare la cappella e nel 1580 occorrerà anche restaurare l’immagine della Madonna, deturpata da alcuni vandali. Un altro fatto miracolo accade il 5 giugno 1606. È in quell’occasione che una contadina di nome Sigismonda Conti vede la Madonna mentre è assorta in preghiera.
La Madre di Dio le affida un messaggio che le chiede di divulgare a tutti: «Tu dirai e farai dire ovunque che chi digiunerà tre sabati e domanderà grazie, le otterrà se ne sarà degno». Chi vorrà una grazia dalla Madonna dovrà digiunare per tre sabati e sarà esaudito. La contadina diffonde il messaggio e cresce la devozione dei fedeli.
La Madonna della Celletta fa tanti miracoli
Ad alimentare la devozione concorre il prodigioso salvataggio in occasione del tremendo terremoto che il 19 marzo 1624 devasta Argenta e la zona circostante. Il sisma è fortissimo e sbriciola oltre 170 edifici, comprese 24 torre difensive. La città è distrutta, incluse le mura medievali.
Il terremoto provoca anche uno tsunami “interno” – cioè provocato dalla fuoriuscita delle acque paludose, scosse e agitate dalle onde telluriche – e la liquefazione del terreno. Le cronache dell’epoca parlano di “sabbia mista ad acqua bollente”. Il sisma viene avvertito fino a Ferrara, Ravenna, Padova, Bologna, Venezia.

Soltanto il santuario, costruito pochi anni prima, resta miracolosamente illeso. Anche nel circondario, malgrado il disastro, sono notevoli i danni alle cose ma le vittime sono pochissime. È così che presso gli abitanti nasce l’usanza – che dura tutt’oggi – di recarsi in pellegrinaggio alla Celletta nel giorno di San Giuseppe per ringraziare lui e la Madonna e di averli salvati dalla distruzione.
Il popolo fa voto di organizzare il pellegrinaggio una volta all’anno. Le celebrazioni che onorano la Vergine sono da sempre molto sentite in questo santuario. Nel corso degli anni l’immagine della Madonna verrà spostata dalla celletta alla parte più in vita dell’edificio.
Preghiera alla Madonna della Celletta
O Fonte di bontà, Avvocata dei peccatori, porto dei naufraghi, vita di tutti, non scacciarmi da Te perché peccatore, ma anzi, perché tale, ascolta e consola la mia preghiera. Tu sei veramente purissima, o Madre di Dio! Concedimi la benevolenza del Divino Giudice. Io ho peccato, e il mio peccato mi sta sempre dinanzi agli occhi. Illumina la mia tenebrosa e sordida mente la luce del Signore.
Disperdi la nebbia dei miei torbidi pensieri, affinché, ravvivato dalla serena e tranquilla luce del tuo sguardo, io possa offrirmi vittima gradita al tuo Figlio e mio Dio, venuto al mondo per chiamare i peccatori a penitenza. Accogli l’umile mia preghiera e salvami! Mostra in me, che sono il più miserabile, quanto grandi siano le tue misericordie, o speranza mia, o Madre del mio Signore! Rendimi benevolo il tuo Figlio e mio Giudice, o Tu che sei l’asilo dei peccatori pentiti.