Sta svolgendo il suo consueto lavoro quotidiano, quando vede la statua della Madonna illuminarsi all’improvviso. L’immagine, oggetto del fatto straordinario, era sfuggita miracolosamente alle persecuzioni iconoclaste.
Siamo in località Pedancino, in provincia di Vicenza. Su una rupe, in una spaccatura, dove cresce un cespuglio di biancospino, il ragazzino vede una luce che splende fortissimo.
Decide allora di avvicinarsi. Lì, in quell’esatto punto, vi trova una statua della Madonna col bambino. Subito corre dal prete del paese per avvertirlo di questo fatto insolito e prodigioso. Il sacerdote, dal suo canto, subito crede al pastorello, perché prima era muto e dopo questo evento aveva ricominciato a parlare.
Allora tutti insieme, con i fedeli, si recano sul posto. Vedono la statua di cui il ragazzo parla. L’opera è di foggia bizantina, e anche lo stesso legno ha delle provenienze orientali. Si scopre che la statua è miracolosamente sfuggita alle persecuzioni iconoclaste dell’imperatore di Costantinopoli, Leone III Isaurico del 726.
Un altro fatto eccezionale succede in epoca più recente, il 18 agosto 1748, quando una pesante alluvione travolge il santuario situato ai piedi del monte Incino, a Cismon. La venerata immagine della Madonna viene così strappata al Santuario, e finisce per depositarsi poco lontano dal Castellaro, a Friola, in una piccola insenatura.
Dopo l’evento catastrofico, tutti in paese sono preoccupati per i danni, e si accorgono che la Madonna non c’è più. Ma appena sanno che è stata avvistata a Friola, viene organizzato un corteo che dura tre giorni, dal 5 al 7 settembre. Alla fine del quale la Madonna viene riportata in paese.
Infine nel 1917, dopo Caporetto, gli abitanti di Cismon devono andare profughi fino a Giarre, in Sicilia. In quel duro viaggio li segue anche la loro Madonna, che tuttavia in un primo momento va perduta. In seguito, però, viene ritrovata a Milano dal parroco don Vittorio Lazzarotto.
O Maria, Madre di Dio, conservami un cuore di bambino,
puro e limpido come acqua di sorgente.
Ottienimi un cuore semplice, che non assapori la tristezza;
un cuore grande nel donarsi e tenero nella compassione;
un cuore fedele e generoso che non dimentichi nessun beneficio
e non serbi rancore per il male.
Forma in me un cuore dolce e umile,
un cuore grande ed indomabile
che nessuna ingratitudine possa chiudere e nessuna indifferenza possa stancare;
un cuore tormentato dalla gloria di Gesù Cristo,
ferito dal Suo amore con una piaga che non rimargini se non in Cielo.
Amen
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