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365 giorni con Maria: 22 maggio. La Vergine appare e fa una richiesta sconvolgente

La Madonna della Misericordia di Bovegno appare a una giovane in condizioni disperate, chiedendole qualcosa di particolare e sconvolgente, che cambia per sempre la sua vita.

La sua devozione viene pienamente ricompensata. La ragazza, sola e povera, doveva occuparsi dei suoi due fratelli, di cui uno molto malato.

365 giorni con Maria, 22 maggio (photo web source)

La Madonna le consegna un messaggio di una bellezza incomparabile.

Una ragazza povera accudisce i suoi fratelli

La giovane si chiama Maria, e il 15 maggio di quell’anno, circa una settimana prima del miracolo, si trova in grande difficoltà, e stremata dal fatto di non sapere più come comportarsi per sfamare la famiglia, esce di casa presto, per andare a raccogliere legna da portare al fornaio. La sua speranza è quella di ottenere in cambio un poco di pane.

La donna infatti, che è molto devota, vive insieme ai due fratelli una vita molto povera. Tuttavia lei non si tira di certo indietro per accudirli nella maniera più amorevole. In modo particolare lo fa con Andrea, dodicenne e infermo a causa di una grave malattia che ricopre il suo corpo di ripugnanti piaghe.

Si trova quindi, quel giorno, nel bosco ed era impegnata a tagliare dei tronchi dalla base. Muovendo un po’ la terra, però, vede che sono venute fuori delle monete d’argento puro. In un primo momento prova paura, poi però, ispirata dal Signore, comincia a raccogliere le monete fino a riempirsi il grembiule. Con queste, torna di corsa al paese mostrandole a tutti.

Le monete ritrovate: miracolo oppure no?

Di colpo tanta gente comincia a recarsi in quel luogo, munito di strumento come pale e vanghe, con la speranza di trovare anche loro un tesoro da portare a casa. Nessuno però trova nulla, e ciò è preso a dimostrazione dell’eccezionalità del prodigio accaduto alla giovane. Non è, però, di certo l’unico evento miracoloso.

Otto giorni dopo il ritrovamento delle monete, infatti, Maria è andata sul Colle della Croce di Savenone, per recitare il Rosario e ringraziare la Madonna per la fortuna che ha vissuto. A un certo punto, però, proprio mentre è raccolta con tutta sé stessa in preghiera, sente stranamente una voce che la sta chiamando per nome.

Quando si guarda intorno, però, per capire da dove provenga quella voce, ma non vede nessuno. Di conseguenza, comincia a spaventarsi e decide di tornare indietro. Proprio in quel momento, però, la voce si fa sentire nuovamente. Ancora più spaventata, si mette tuttavia in ascolto e sente per la terza volta questa voce, che la sta chiamando con fermezza.

Particolare sacra immagine Madonna Bovegno – photo web source

La Madonna le appare e la chiama

Lei, a quel punto, prova a dialogare con questa voce, rispondendo in dialetto bresciano: “Ben”. Quando alza gli occhi vede davanti a sé una Donna con un abito di tipo monacale, che ha però una solennità e una bellezza decisamente fuori dal comune, tanto da farla rimanere senza fiato. Scoppia a piangere: ha capito che si tratta della Madonna.

La Vergine si rivolge alla donna dicendo: “Ben hai risposto perché ben hai ricevuto e ben riceverai. Sappi che io sono la Vergine Maria della quale tanto sei devota; persevera nel bene come hai fatto finora e non venir meno alla tua devozione perché così tu sarai salva. Sappi che il primo del presente mese, cioè maggio, il mio Figlio aveva preparato un flagello sopra la terra che mai non fu l’uguale ed io inginocchiata ai suoi piedi, mostrandogli il seno al quale lo allattai, e domandandogli grazia, implorai la remissione di quel castigo”.

Continua la Madonna: “Questo tu dovrai far conoscere a tutti, dicendo loro che ognuno digiuni tre sabati a pane ed acqua e faccia penitenza dei suoi peccati affinché il mio Figliolo non si adiri un’altra volta. Facendo tutto ciò non abbiano paura di nessun castigo”.

Il prodigio della mano lebbrosa e risanata

Al termine dell’apparizione, per permettere di provarne la veridicità, la Vergine dice a Maria di inserire la mano nel seno davanti a tutti, e che a quel punto l’avrebbe tirata fuori lebbrosa. Poi, rimettendola in seno un’altra volta, la mano si sarebbe sanata, permettendo a tutti di avere una prova del miracolo, convincendo così il popolo alla costruzione di un santuario, in quel luogo.

Tutti i malati che hanno contribuito alla costruzione, promette la Madonna, sarebbero guariti. Di fronte a tale miracolo, che effettivamente si verifica, il popolo costruisce il santuario in pochissimo tempo, affidando la costruzione all’architetto Agostino Castelli.

Fedeli e pellegrini cominciano a visitare quel luogo in maniera continua, tanto che nel 1533 c’è una concessione di indulgenze, poi la costruzione di un’osteria per far fronte alle esigenze dei pellegrini, infine la concessione rilasciata l’8 luglio 1527 per l’uso di un altare portatile per le celebrazioni, in attesa della costruzione della chiesa.

Le grazie che in seguito si verificano in conseguenza alla devozione per la Madonna della Misericordia di Bovegno sono numerose, molte delle quali ampiamente documentate.

Santuario Madonna Bovegno – photo web source

Preghiera alla Madonna della Misericordia di Bovegno

Salve, o regina, Madre della Misericordia,

umile Ancella del Signore,

Tu da tutte le generazioni sei chiamata «Beata»;

accogliendo la volontà del Padre

sei stata adombrata dallo Spirito Santo

ed hai concepito, nella tua intatta Verginità,

il Verbo Eterno Cristo Signore.

Ascolta la preghiera di noi tuoi Figli

a Te consegnati sotto la croce del Redentore.

O Avvocata di Misericordia e dispensatrice di Grazia,

rivolgi il tuo sguardo clemente e pietoso

verso di noi poveri peccatori.

Nella tua materna bontà

presenta la nostra preghiera al figlio tuo Gesù,

nostro Mediatore e Salvatore,

affinché per la tua potente intercessione,

ci ascolti e ci esaudisca.

Tu sei la nostra speranza, o Maria;

ci rivolgiamo a Te, in questo momento particolare,

per ottenere la grazia che più ci sta a cuore…

certi di essere esauditi

perché Tu sei la dolce Madre nostra, o Maria.

Amen.

Rosalia Gigliano

Scritto da
Rosalia Gigliano

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