365 giorni con Maria: 15 novembre. Segno profetico anticipa ciò che accadrà in futuro

La Vergine Maria protegge i pescatori sardi imprigionati in Tunisia, mandando loro un segno tangibile e profetico.

Il segno è apparentemente un gesto semplice, delicato ma inequivocabile, che fa ben sperare nella loro prossima liberazione.

365 giorni con Maria, 15 novembre
365 giorni con Maria, 15 novembre (photo web source)

Un esempio da dover conoscere assolutamente. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Le difficoltà dei marinai cristiani

Un gruppo di marinai e pescatori cristiani, operanti sotto l’ala del potente casato genovese dei Lomellini, arriva ad insediarsi sull’isola di Tabarka in Tunisia, al fine di gestire alcuni traffici commerciali redditizi.

In un primo momento, tutto sembra filare liscio e convivenza con gli autoctoni pare essere pacifica. Nel momento in cui la barriera corallina inizia a diminuire, per i marinai cominciano le difficoltà.

Iniziano così soprusi e violenze contro la comunità cristiana, e chi regna in quel periodo ad Algeri o Tunisi si scaglia sovente contro i fedeli cristiani utilizzando ricatto o schiavitù.

I marinai, allora, stanchi della condizione di pericolo che vivono quotidianamente, domandano al re Carlo Emanuele III di rimpatriarli, oppure di trasferirli in una zona più tranquilla in cui operare per portare avanti i propri affari.

Nel 1738 il sovrano accetta la proposta e decide di indirizzarli all’isola degli Sparvieri, allora deserta, l’attuale isola di San Pietro, nella costa Sud-Occidentale della Sardegna.

La statua in onore del Santo Patrono

I nuovi abitanti dell’isola fanno erigere nella piazza principale una statua in onore del Re, per ringraziarlo della soluzione che ha trovato. La Chiesa parrocchiale viene invece dedicata a San Carlo Borromeo. In quell’occasione il Re dona loro un quadro in cui è raffigurato il Patrono, ancora oggi presente nell’abside della Chiesa.

Purtroppo, però, nelle prime ore della mattina del 3 settembre 1798, gli equipaggi di tre navi corsare algerine sbarcano nel porto di Carloforte. Nell’isola prende il via una feroce incursione di pirati.

Metà degli abitanti dell’isola viene catturata dai pirati e deportata a Tunisi, lì vengono fatti schiavi. Il 15 novembre 1800 accade però che, un giovane ragazzo che gode di una certa libertà, grazie alla sua capacità di farsi benvolere dal suo padrone, trova una particolare statua.

Il giovane è Nicola Moretto, e la statua, di legno di tiglio scuro, si trova su una spiaggia di Nabeul, vicino a Tunisi. L’effige, nonostante l’esposizione agli agenti atmosferici come burrasche e salsedine, presenta ancora in maniera perfetta i lineamenti di una Madonna Immacolata.

La Vergine non li ha abbandonati

Il ragazzo, appena ritrovata, decide di prenderla con sé e nasconderla dentro il suo mantello. La porta a casa ed evita accuratamente di farla vedere a qualcuno. Una volta al sicuro, la consegna invece a don Nicolò Segni.

L’intera comunità vede nell’arrivo di questa meravigliosa statua un segno tangibile del fatto che la Vergine non li ha abbandonati e veglia su di loro. Tre anni dopo, il 24 giugno 1803, giungerà la fine della loro schiavitù.

In quel giorno l’intera comunità che era stata a lungo imprigionata, può finalemnte tornare in patria. Il re Carlo Emanuele IV di Savoia ha infatti elargito un cospicuo pagamento ai carcerieri, e gli uomini e le donne fanno ritorno in Sardegna, a Carloforte.

Con loro torna anche la statuina della Vergine, e in suo onore viene eretta la Chiesa della “Madonna dello Schiavo”.

Ogni anno il 15 novembre ricorre la festa patronale della Madonna dello Schiavo, preceduta solennemente da una novena. La festa dura tutta giornata fino alla sera, culminando con la processione. Anche l’incoronazione del simulacro è avvenuta il 15 novembre, nel 1964.

Preghiera alla Madonna dello Schiavo

Chiesa Madonna dello schiavo – photo web source

O Vergine Immacolata dello schiavo

che, agli schiavi d’Africa, foste celeste conforto

e li conduceste poi alla patria desiderata,

volgete lo sguardo su noi che siamo i vostri figli.

Guardate o Celeste patrona,

la mollezza dei costumi tiene schiavi i nostri cuori,

l’ignoranza tiene schiave le nostre intelligenze.

Siateci Voi, ancora una volta, spirituale conforto,

toglieteci da questa orribile schiavitù,

fateci convinti che essa è pericolosamente dannosa

e otteneteci quella libertà dei figli di Dio

che è pegno sicuro della nostra salvezza eterna.

Noi Vi proponiamo che seguiremo la luce che emana da Voi

che obbediremo alle Vostre celesti ispirazioni.

Amen.

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