La tormentata vicenda della statua della Madonna di Gibilterra mostra che i segni di Dio sopravvivono a saccheggi e distruzioni di ogni tipo.

A Sud della penisola iberica, contesa tra la Spagna e il Regno Unito, si trova la rocca di Gibilterra, situata all’estremo orientale dello stretto omonimo che mette in collegamento il Mediterraneo con l’oceano Atlantico. Un tempo Gibilterra era conosciuta col nome di Calpe, una delle leggendarie Colonne d’Ercole. Il suo nome deriva dall’arabo Jabal Ţāriq ovvero Monte di Tariq.
Non è un caso: è un omaggio a Tariq ibn Ziyad, il condottiero berbero che conquistò la Spagna nel 711. Fu proprio lui il primo a intuire l’importanza strategica di Gibilterra. Dopo la conquista della Spagna, gli arabi eressero una fortezza a Gibilterra e costruirono una moschea sul promontorio. Bisognerà attendere fino al XIV prima che Gibilterra ritorni in mani cristiane.
Nel 1309 fu il re di Castiglia, Ferdinando IV, a strappare Gibilterra grazie all’aiuto di portoghesi e aragonesi. La riconquista della rocca venne attribuita all’intercessione della Vergine e di conseguenza i cristiani eressero al posto della moschea una chiesa dedicata a Nostra Signora d’Europa. Meno di trent’anni dopo, nel 1333, però gli islamici riuscirono a riprendere il luogo con il sultano di Granada Muhammad IV.
Prima di andarsene i cristiani sotterrarono la statua della Madonna così da impedire possibili profanazioni. La statua a lungo fu completamente dimenticata. Secoli dopo, la chiesa venne saccheggiata dai protestanti olandesi e britannici. L’edificio sacro sarà ricostruito nel 1962 e il vescovo John F. Healy celebrò la Messa nella cappella di nuova ricostruzione. Una curiosità: una fiamma perennemente accesa in una torre sopra la cappella costituì il primo faro di Gibilterra.
Il ritrovamento della statua della Madonna di Gibilterra
Nel 1979 papa Giovanni Paolo II affida la diocesi di Gibilterra – la più a sud di tutto il Vecchio Continente – alla speciale protezione di Nostra Signora d’Europa. Malgrado i saccheggi e le distruzioni la statua della Madonna con il Bambino è sopravvissuta. Nel 1967 la statua viene ritrovata ed è tuttora oggetto di venerazione.

Sembra che in Italia ci sia un’altra Madonna protettrice d’Europa: la Vergine delle Vette, una statua alta tredici metri laminata d’oro realizzata dallo scultore italiano (di Borgo Valsugana) Egidio Casagrande e inaugurata dal 1957 grazie all’iniziativa del Gruppo Alpini di Casatenovo Brianza ed all’interessamento di don Luigi Re. La statua è collocata a 2.000 metri di altitudine sopra l’Alpe Motta, in Valchiavenna.
Successivamente il nome della statua verrà cambiato in Vergine delle vette, Nostra Signora d’Europa. Il trasporto della statua – dal peso di 4 tonnellate – creò non pochi problemi. Ci volle infatti il supporto dell’Esercito. Servirono poi molti orafi – provenienti dall’Italia e da diversi paesi europei – per realizzare il rivestimento aureo della statua.
Preghiera alla Madonna di Gibilterra
Ave stella del mare, madre gloriosa di Dio, Vergine sempre, Maria, porta felice del cielo. L’«ave» del messo celeste reca l’annunzio di Dio, muta la sorte di Eva, reca al mondo la pace. Spezza i legami agli oppressi, rendi la luce ai ciechi, scaccia da noi ogni male, chiedi per noi ogni bene.
Mostrati Madre per tutti, porta la nostra preghiera, Cristo l’accolga benigno, lui che si è fatto tuo Figlio. Vergine santa fra tutte, dolce regina del cielo rendi innocenti i tuoi figli, umili e puri di cuore. Donaci giorni di pace, veglia sul nostro cammino, fa che vediamo il tuo Figlio, pieni di gioia nel cielo.