La Beata Chiara Luce Badano è una ragazza che, illuminata da una grande fiducia nell’amore di Dio, ha affrontato la sofferenza in modo esemplare, lasciando uno straordinario testamento spirituale.

La sua è stata una vita breve, ma vissuta con una fede fortissima: è la storia della Beata Chiara Luce Badano, che si ricorda oggi 29 ottobre. Il suo esempio brilla e la incornicia tra i giovani che hanno vissuto in modo esemplare la vita cristiana.
Figlia tanto attesa, arriva come dono del Cielo ai genitori, Ruggero e Maria Teresa, dopo 11 anni di matrimonio e una supplica alla Vergine delle Rocche. Chiara nasce a Sassello, in provincia di Savona il il 29 ottobre 1971.
Beata Chiara Luce Badano, la 18enne che si fida di Dio nonostante il dramma della malattia
È, prima una bimba e poi una ragazza molto altruista e generosa, con un grande sorriso. Ama praticare sport, sia in montagna che al mare. A 9 anni conosce il movimento dei Focolari fondato da Chiara Lubich e entra a far parte dei Gen.
Frequenta il liceo classico quando a 16 anni inizia ad avvertire i primi malesseri di quella che si rivelerà una malattia grave: la diagnosi sarà di osteosarcoma. Subisce interventi chirurgici alla spina dorsale, che però non daranno buoni risultati, poi la chemioterapia, con i suoi effetti collaterali, fino all’aggravarsi progressivo del male e alla paralisi.
Quando Chiara comprende la gravità della sua malattia e le poche speranze di guarire non piange, non si ribella né si dispera. Si chiude in un assorto silenzio e poi riemerge con una straordinaria serenità. Fin da bambina il suo animo è stato disposto verso il Signore, con un’accoglienza alla fede che si fa sempre più totale.
Avvolta da un disegno d’amore che le si svela poco a poco
Il modo in cui Chiara affronta e vive una malattia che diventa sempre più dolorosa e invalidante è ciò che mostra la sua grande fede e fiducia in Dio nella certezza del suo amore. La sua relazione con il Signore cresce e si approfondisce in modo sempre più intenso nella sofferenza e il disegno d’amore del Padre per lei le viene svelato poco alla volta, in un rapporto che si fa sempre più vivo e stretto.
Dice: “Voi non potete neppure immaginare qual è adesso il mio rapporto con Gesù. Avverto che Dio mi chiede qualcosa di più, di più grande…Mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela“.
Vive il dolore come offerta e offre le sue sofferenze per per la Chiesa, per il Movimento dei Focolari, per i giovani come lei, per le missioni nel mondo. Il suo atteggiamento di fronte ad una malattia così grande e alla morte che le si prospetta davanti è così illuminante per gli altri che attira attorno a sè sempre più persone.
La gioia nella sofferenza e la preparazione dell’incontro più importante
L’incontro con Chiara Luce, il secondo nome glielo ha attribuito Chiara Lubich, proprio per sottolineare la grande luminosità della spiritualità di questa ragazza, generava conversioni, anche eclatanti, come quelle di medici atei, che rimanevano attratti da questa fede così grande.
Chiara Luce sceglie di prepararsi all’incontro più importante della vita, quello con il Signore e decide i dettagli del suo funerale. Vive in una normalità che è straordinaria la preparazione ad un evento per la maggior parte dei casi temuto, rinnegato, vissuto con dolore e rifiuto.
Arriverà ad un punto in cui non riuscirà più neanche a parlare, ma lucidamente sceglie di non assumere la morfina che le allevierebbe la sofferenza fisica per non perdere, appunto, la lucidità. Sarà con un abito bianco e una cintura rosa che andrà incontro al suo Sposo e la cerimonia funebre sarà una festa, proprio come lei vuole che sia.
Torna alla Casa del Padre il 7 ottobre 1990 e prima di morire dice alla mamma: “Mamma sii felice perché io lo sono. Ciao!“. Durante la sua malattia aveva scritto un biglietto alla Madonna in cui le diceva: “Mamma Celeste, tu lo sai quanto io desideri guarire, ma se non rientra nella volontà di Dio, ti chiedo la forza per non mollare mai. Umilmente, tua Chiara“.
Cresce da subito la sua fama di santità
Sono centinaia le persone tra cui tantissimi giovani che partecipano al suo funerale. I genitori donano le sue cornee che vengono trapiantata a due giovani.
La fama di santità è grande e si diffonde: viene beatificata nel 2010. Avvengono miracoli per sua intercessione, come quello accaduto a seguito di una specifica novena a lei rivolta. La vita di questa giovane Beata è stata raccontata anche in un docufilm e il suo esempio è sempre all’attenzione e alla venerazione di moltissimi giovani, ogni anno che passa.







