Abate benedettino francese, San Germano da Parigi per due volte si salva dalla morte miracolosamente. A lui è dedicato un famoso quartiere parigino.

Il Martirologio Romano ricorda la figura di San Germano da Parigi, che si commemora oggi 28 maggio, con queste parole: “A Parigi, san Germano, vescovo, che fu dapprima abate di San Sinforiano di Autun e, eletto poi alla sede di Parigi, mantenne uno stile di vita monastico, dedicandosi ad una fruttuosa opera di cura delle anime“.
La maggior parte delle informazioni agiografiche che si hanno su questo abate benedettino francese si ricavano dall’opera di Fortunato di Poitiers che fu suo amico. Questa biografia, piuttosto nota, è infarcita principalmente di elementi che tendono a suscitare stupore. Esistono poi altri documenti, che riguardano la fondazioen dell’abbazia di san Germano, ma che sono andati quasi interamente perduti.
Santo di oggi 28 maggio: San Germano da Parigi
Il Santo nacque ad Autun verso la fine del V sec. Sembra che il primo tentativo di omicidio lo avesse subito già prima di nascere. La madre infatti era intenzionata ad abortirlo quando era incinta. Ma miracolosamente si salvò da questo primo attentato alla sua vita.
Venne alla luce e poi, quando era ancora un neonato, la madre cercò nuovamente di ucciderlo avvelenandolo. Nonostante si trattasse di una famiglia agiata, e quindi non è per ristrettezze economiche che era un figlio così tanto indesiderato, ma sta di fatto che non iniziò la sua vita in un ambiente pieno di amore.
Miracolosamente scampò ad entrambi i tentativi di omicidio e visse una vita lunga in cui fece tanto bene. Ebbe modo di studiare sotto la guida di un cugino sacerdote e intorno ai 35 anni ricevette l’ordinazione sacerdotale dal vescovo della sua città natia, sant’Agrippino.
Conduceva una vita improntata ad una rigorosa austerità, in pieno stile benedettino associava lavoro e preghiera. Si adoperava amabilmente con opere di carità perso i poveri e i bisognosi. Per questo gli venne dato l’appellativo di “padre dei poveri”.
Vescovo magnanimo dai tanti miracoli
Quando era abate a San Sinforiano doveva subire l’incomprensione degli altri monaci che non accettavano di buon grado la sua magnanimità e il fatto che si privasse anche dei suoi beni per darli ai poveri. Si dice che donasse anche i suoi stessi vestiti.
Si diffuse ben presto la fama di santità anche per i miracoli che si verificarono per sua intercessione. Il re Chidilberto, dopo essersi convertito al cristianesimo mandò a chiamare san Germano per chiedergli di curarlo dalle sue malattie. Il Santo lo esortò ad una piena conversione del cuore, grazia ben più grande della guarigione fisica. Il re, comunque, guarì anche fisicamente.
Nel 555 san Germano diventò vescovo di Parigi. Diede vita alla costruzione della famosa chiesa che oggi porta il suo nome, con l’abbazia annessa. Nel corso del tempo fu intitolato a lui tutto il quartiere, uno dei più belli ed eleganti della Ville Lumiere, ovvero Saint – Germain- des- Prés.
Lui volle far intitolare la chiesa a San Vincenzo di Saragozza, e di questo santo fece portare lì una reliquia. Istituì il rito gallicano che rimase in uso per secoli fino e si estese fuori dalla Francia anche in altre parti d’Europa.
Questo santo vescovo morì il 28 maggio 576. I miracoli proseguirono anche dopo la sua morte e nel secolo dopo, quando una donna ebbe una visione di san Germano, i suoi resti mortali furono traslati dall’iniziale luogo in cui furono sepolti, la chiesa di San Sinforiano, alla maestosa chiesa che aveva fatto costruire da vescovo.