28 luglio, Madonna delle Grazie di Udine: salva una donna gravemente ferita

Molti secoli fa a Udine la Madonna delle Grazie ascolta la supplica e interviene per guarire miracolosamente una donna seriamente ferita.

Madonna delle Grazie di Udine
Madonna delle Grazie di Udine – lalucedimaria.it

Nel pieno centro di Udine sorge il santuario della Beata Vergine delle Grazie, meglio nota come Madonna delle Grazie (Madone di Gracie in friulano). In origine l’antica chiesa era dedicata ai Santi Gervasio e Protasio, quando venne scelta per custodire un’icona della Madonna che aveva fama di essere miracolosa.

L’icona originariamente apparteneva al cavaliere Giovanni Emo. Dal gennaio 1479 era stato nominato luogotenente della Repubblica di Venezia in Friuli. Il cavaliere conservava gelosamente nel suo castello di Udine, sua residenza, l’immagine che gli era stata donata, sembra, dal sultano di Costantinopoli Maometto II.

Il miracolo della Madonna delle Grazie

Un giorno di quello stesso 1479 la cuoca del castello, lavorando in cucina, si produce una grave ferita che quasi le stacca una mano. Malgrado il dolore e la paura per la lacerazione subita, la donna si rivolge all’icona della Madonna e ne viene miracolosamente guarita. Il fatto spinge il luogotenente a pensare che l’immagine taumaturgica non  potesse essere conservata in un luogo profano come la sua residenza.

Il cavalier Emo decide così di portarla nella vicina chiesa dei Santi Gervasio e Protasio per farne dono. Da poco la chiesa era stata affidata ai Servi di Maria. L’immagine viene trasportata dal castello fino alla chiesetta con una solenne processione.

La costruzione del santuario e l’ininterrotta devozione popolare

Il dono dell’icona taumaturga creerà un così intenso movimento di pietà popolare da spingere alla costruzione di un nuovo convento e di una nuova chiesa, i cui lavori cominceranno nel 1495. Nel 1520 la chiesa verrà consacrata e successivamente rinnovata nel  XVIII secolo. Il 21 giugno 1922 verrà dichiarata basilica minore.

Santuario Madonna delle Grazie - Udine
Santuario di Santa Maria dei Miracoli di Morbio Inferiore (Foto Facebook @Santuario di Santa Maria dei Miracoli) – lalucedimaria.it

Dal giorno del trasferimento dell’immagine miracolosa nella chiesetta dei santi Gervasio e Protasio la devozione popolare verso quella che viene chiamata la “Madone des graciis” non si è mai interrotta. Lo mostrano i numerosi ex voto conservati nel santuario. A farne fede è anche l’annuale celebrazione delVoto Cittadino”. La domenica successiva alla memoria liturgica di ottobre riunisce autorità civili e religiose per omaggiare la Madonna delle Grazie e ricordare i voti espressi nel tempo.

Così accadde anche nel corso del violento terremoto del 1976 (nell’atrio della chiesa si conserva una memoria artistica del sisma, ad opera del pittore Arrigo Poz di Udine) e così avviene quotidianamente nel costante pellegrinaggio di singole persone, di famiglie o di comunità ecclesiali.

Preghiera alla Madonna delle Grazie di Udine

O Beata Vergine delle Grazie, clemente Madre nostra, come i nostri antenati torniamo ad inginocchiarci davanti a Te mentre la nostra salute e serenità sono turbate da un virus subdolo e invisibile.

Donaci la grazia di ritrovare in noi la fede che non ci fa sentire soli nella prova ma accompagnati ogni giorno dalla Provvidenza di Dio, che ci ama come Padre, e dall’intercessione del tuo cuore di Madre.

Rinnova in noi la coscienza che più grave in noi è il male dell’anima e facci sentire il desiderio di essere liberati e perdonati dai tanti nostri peccati. Rafforza la speranza che questa nostra preghiera possa essere esaudita.

Per questo affidiamo alla tua protezione i fratelli e le sorelle malati, tutti coloro che si stanno dedicando a loro con coraggio e dedizione, le famiglie e la comunità friulana, la Chiesa e tutta l’umanità.

Faisi dongje, o cjare Mari, cun chel vuestri biel Bambin. Amen

(Preghiera alla Madonna delle Grazie scritta dall’allora Arcivescovo di Udine, mons. Andrea Bruno Mazzocato, e pubblicata su La Vita Cattolica del 4 marzo 2020, in periodo di pandemia)

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