Oggi 26 ottobre, San Folco Scotti: il vescovo pacificatore che fermò i conflitti con la preghiera

San Folco Scotti è ricordato come un vescovo e grande operatore di pace, che sedava i conflitti e annunciava il Vangelo provvedendo la bene del gregge che gli era stato affidato. 

San Folco Scotti
San Folco Scotti – lalucedimaria.it

Vescovo e uomo di pace“: con queste parole il Martirologio Romano ricorda San Folco Scotti, la cui memoria liturgica è oggi 26 ottobre. Ma non solo: aggiunge anche che era “colmo di zelo e di carità” e che operò nella diocesi di Pavia.

È nella città lombarda, infatti, che fu vescovo, ma nacque a Piacenza nel 1164 in una nobile e ricca famiglia. Di origine irlandese, la sua famiglia si era trasferita in Italia. Ha così origine il cognome Scotti che indica proprio questo.

Santo di oggi 26 ottobre: San Folco Scotti

Fece studi teologici alla la collegiata dei canonici regolari di sant’Eufemia di Brescia, che era una scuola prestigiosa, e divenne un fine teologo. Gli venne dato l’incarico di prevosto e si applicò a sviluppare brillanti doti di predicazione.

Componeva sermoni che risultavano molto efficaci riuscendo a toccare le anime e a generare conversioni. Nella sua predicazione era anche un acceso apologeta e si impegnava a contrastare le eresie del suo tempo. La qualità che più lo faceva spiccare era quella di mediatore nelle controversie. Un grande operatore di pace che si adoperava a sedare i conflitti, grandi e piccoli e ristabilire l’unità nelle situazioni in cui la divisione l’aveva portata via.

Per questo veniva definito come “il grande paciere“. La sua fama lo mise anche all’attenzione del pontefice che gli affidò importanti compiti di collaborazione proprio per gestire situazioni conflittuali e ripristinare la pace dove era perduta.

Il vescovo che mette pace tra due città

Dopo aver svolto il ruolo di priore della chiesa di sant’Eufemia della Fonte a Brescia, San Folco Scotti era tornato a Piacenza, la sua città nativa, quando proprio lì gli fu data la nomina a vescovo. Fu amabile, magnanimo e saggio ed era molto apprezzato.

Poi, accadde che la sede vescovile di Pavia rimase scoperta. Lui fu chiamato a presiederla. Era, dunque, diventato vescovo di due città, Piacenza e Pavia, le quali erano in netto contrasto tra loro. Il suo compito principale fu allora quello di mettere la pace tra i due luoghi e in concreto tra le famiglie nobiliari che si contendevano beni, ricchezze e prestigio.

Non era di certo un compito facile, anzi, tutt’altro. Gli animi erano alacremente inaspriti e non fu un’impresa di poco conto quella di sedare le controversie e di unire due popolazioni in contrasto. Ma ci riuscì, con la sua santità di vita e la sua predicazione infiammata di verità e di amore.

Inoltre, la questione politica vedeva due schieramenti contrapporsi: c’erano i Guelfi appoggiati dalla città di Pavia e i Ghibellini con cui era schierata Piacenza. Tra i primi, fedeli al pontefice e i secondi, che prestavano, invece, fedeltà all’imperatore, San Folco Scotti riuscì a porre una mediazione.

L’accordo di pace avvenne ufficialmente il 16 dicembre 1229. Morì a Pavia nello stesso anno e la sua fama di santità era già grande al momento della sua morte. Il suo corpo riposa nella cattedrale di questa città. Non si sa per certo il perchè si sia scelto il 26 ottobre per la sua memoria liturgica, ma è così fissato nel calendario.

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