Oggi 25 settembre è San Firmino: unisce Francia e Spagna in un particolare legame

La figura di San Firmino crea un legame tra Francia e Spagna: è il santo a cui è dedicata una maestosa festa molto conosciuta. 

San Firmino
San Firmino – lalucedimaria.it

Lui è San Firmino di Amiens, che si ricorda oggi 25 settembre ed è un santo molto conosciuto in particolare per la grande festa che viene fatta in suo onore. La città di Pamplona, in Spagna, dove nacque, lo festeggia, ma al suo nome si associa anche un’altra città, Amiens, in Francia, quella di cui fu vescovo

Entrambi questi Paesi europei hanno un forte legame con san Firmino. Questo santo spagnolo e francese d’adozione vide la luce nel 272. La sua famiglia era nobile: era figlio di un senatore pagano che si chiamava Firmo, da cui lui prese il nome, mentre il nome di sua madre, che era una nobildonna, era Eugenia.

Santo di oggi 25 settembre: San Firmino di Amiens

Viene ricordato come san Firmino di Amiens perché in quella località fu vescovo. Prima però avvenne la sua conversione, presumibilmente in giovane età. Tutto si deve Sant’Onesto, che era arrivato a Pamplona e dopo esser stato prima imprigionato e poi liberato per aver predicato il Vangelo, conobbe la famiglia di Firmino che si convertì grazie alla sua evangelizzazione.

Questa famiglia ebbe la grazia anche di conoscere san Saturnino e dopo l’incontro con questi santi fecero battezzare il figlio, crescendolo poi cristianamente. Trasferitosi a Tolosa, Firmino divenne sacerdote a 18 anni e andato a vivere ad Amiens a soli 24 anni fu nominato vescovo per acclamazione del popolo, come avveniva a quell’epoca.

Predicava brillantemente e svolgeva in maniera egregia il suo ruolo presbiteriale. Da vescovo si dimostrava amabile e prodigo. Era attento ai bisogno dei più poveri che spesso ospitava alla sua tavola. Come tanti altri cristiani dei primi secoli andò incontro alle persecuzioni che in quel periodo assalivano i fedeli ed erano feroci. Il terzo secolo, poi, fu in particolare quello in cui le persecuzioni avvennero in modo più crudele.

Il culto al vescovo martire

Anche san Firmino ne rimase vittima e fino alla fine sfidò l’impero continuando a predicare prima di essere catturato. In un primo momento fu solo imprigionato e dopo un periodo in carcere venne rilasciato. Ma poiché non la smetteva di annunciare il Vangelo anche se gli era stato proibito dalle autorità civili, fu nuovamente incarcerato e questa volta messo a morte.

Nel 303 morì martire con la decapitazione. Fu sepolto nella chiesa dedicata alla Madonna ad Abdalène, che lui stesso aveva fatto edificare. Nella sua città natale, Pamplona, lo si festeggia in grande. Dalla mattina del giorno della sua memoria liturgica si snoda una processione che porta la statua del santo per le vie adiacenti alla Cattedrale ed alla chiesa di San Lorenzo.

Si tratta di una tradizione che ormai risulta antichissima. È un vero e proprio evento folkloristico in cui oltre alle autorità locali prendono parte varie figure come mazzieri, giganti, confraternite, jotas, danzaris. Canti tipici spagnoli di carattere popolare vengono cantati e alternati alle invocazioni al santo.

Dopo una solenne messa avviene poi una seconda processione che porta la statua del santo ancora in giro per la città. Questa tradizione prosegue ininterrottamente dal 1531 insieme ad un altro elemento caratteristico che è la discussa corsa dei tori. Nel Medioevo fu invocato come protettore dei bottai, dei mercanti di vino, dei panettieri e contro le malattie dello scorbuto e della erisipela.

L’arte lo raffigura in alcune oper mentre tiene la sua testa in mano, oppure nell’atto di guardare la sua testa mozzata e gettata per terra, o ancora mentre dona cibo ai poveri.

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