Vescovo spagnolo del XIX secolo, Sant’Antonio Maria Claret è stato il fondatore dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria e delle Religiose di Maria Immacolata.

Sant’Antonio Maria Claret, che si commemora oggi 24 ottobre, è una figura legata ad una congregazione religiosa diffusa tuttora in tutto il mondo, di cui è stato il fondatore. Si tratta dei Missionari Figli del Cuore Immacolato di Maria detti anche Clarettiani, di cui esiste anche l’istituto femminile delle Religiose.
Nasce il 23 dicembre 1807 a Sallent, una città della Catalogna in Spagna, da una numerosa famiglia con 10 figli. I suoi genitori erano profondamente cristiani e facevano il lavoro di tessitori. Viene battezzato con il nome di con il nome di Antonio Adiutorio Giovanni, come racconta nella sua Autobiografia.
Santo di oggi 24 ottobre: Sant’Antonio Maria Claret
Al suo nome di battesimo aggiungerà poi quello di Maria “il dolcissimo nome di Maria, perché Maria Santissima è mia Madre, mia Madrina, mia Maestra, mia Direttrice e mio tutto, dopo Gesù“, come racconta lui stesso. Con una forte devozione alla Madonna a 22 anni entra in seminario e viene ordinato sacerdote nel 1835, all’età di 28 anni.
Bel 1839 va a Roma e si rivolge a Propaganda Fide per essere inviato come missionario in qualsiasi parte del mondo. Inizia così le missioni popolari che lo portarono a predicare, per un totale di nove anni, in Catalogna e poi nelle Canarie. Nel 1849 fonda una Congregazione apostolica: i Figli dell’Immacolato Cuore di Maria Oggi anche conosciuti come Missionari Clarettiani.
Alla predicazione affianca anche un’altra attività, la diffusione di una buona stampa cattolica e fonda la Libreria Religiosa. Era convinto che “il ministero della parola è insieme il più nobile e il più invincibile di tutti, come quello che ha conquistato la terra; ma si è convertito, in tutte le parti, da ministero di salvezza in ministero abominevole di rovina. E come nulla e nessuno poté arrestare i suoi trionfi al tempo degli Apostoli, nulla e nessuno potrà oggi contenere le sue stragi se non si cerca di far fronte con la predicazione dei sacerdoti e con abbondanza di buoni libri e altri scritti santi e salutari“, come afferma nell’Autobiografia che gli ordina di scrivere il suo superiore.
Vescovo missionario, scampa più attentati
Successivamente riceve la nomina ad arcivescovo di Santiago di Cuba. Si occupa di visitare la sua diocesi in lungo e in largo e compie opere importanti: la riforma del clero, la difesa dei diritti della Chiesa che erano minacciati dal foevrno locale. Inoltre, predica a favore del matrimonio e mette in guardia dal peccato della convivenza.
Sono tante anche le azioni di carità, come la cura dei malati di colera, di cui si occupa personalmente e i tentativi di migliorare la vita dei lavoratori, operai e contadini, con l’istituzione di casse di risparmio. Le sue opere provocano invidie e i suoi nemici cercano più volte di ucciderlo.
Nel 1856, a Holguín,un uomo armato di rasoio lo ferisce gravemente alla guancia sinistra e al braccio destro, lasciandogli delle indelebili cicatrici. Lui affronta tutto questo con coraggio, offrendo la sofferenza, lieto di poter soffrire per il Signore.
Ritorna in Spagna e diventa il confessore della regina Isabella. In quel periodo riceve doni mistici. Scrive: “trovandomi in orazione nella chiesa del Rosario, alla Granja, alle sette di sera, il Signore mi concesse la grazia grande della conservazione delle specie sacramentali, e avere giorno e notte il Santissimo Sacramento in petto; ragion per cui io debbo stare sempre raccolto e interiormente devoto; in più debbo pregare e far fronte a tutti i mali della Spagna“.
Tra i mali che affliggono la Spagna ne individua principalmente tre: la scristianizzazione; la repubblica, e il comunismo. “Per arrestare questi tre mali mi fece capire che bisognava far uso di tre devozioni: il Trisagio, il Santissimo Sacramento e il Rosario“, racconta, sempre nell’Autobiografia. Muore il 24 ottobre 1870. Il suo corpo è sepolto nella Casa Madre dei Clarettiani a Vic nei pressi di Barcellona. Viene canonizzato nel 1950.







