A quasi ottocento metri di altezza, nel veronese, si trova un santuario incastonato nella roccia: al suo interno custodisce la statua della Madonna della Corona, oggetto di una devozione plurisecolare.

Misticismo e preghiera sono i tratti tipici del santuario della Madonna della Corona. Si trova n provincia di Verona, non lontano dalla frazione di Spiazzi di Caprino Veronese. Il santuario, incastonato nella roccia del Monte Baldo, domina la Valdadige da uno sperone a picco su uno strapiombo alto 775 metri e che si affaccia sulla valle.
All’interno di questo santuario sospeso tra cielo e terra, che sembra sfidare la legge di gravità, si venera un’immagine della Madonna Addolorata che regge sulle ginocchia il Figlio deposto dalla croce. L’immagine ha una storia particolare. Nel 1522, si racconta, era comparsa in modo del tutto miracoloso nella cappella degli eremiti che allora risiedevano in quel luogo.
Si appurerà in un secondo momento che si trattava di una Pietà sparita dall’isola di Rodi al tempo dell’invasione ottomana e la fuga dei Cavalieri di San Giovanni dell’Ospedale (Ospitalieri), successivamente diventati i Cavalieri di Malta. Una pia tradizione racconta che per sfuggire ai saccheggiamenti dei turchi guidati da Solimano il Magnifico gli angeli avrebbero trasferito miracolosamente la statua sul Monte Baldo.
Si narra anche che un gruppo di locali avesse visto una luce splendere e sentito un coro angelico proveniente dalla parete rocciosa. Essendo il luogo difficile da raggiungere, il gruppo usò delle corde per calarsi e si imbatté nella statua poi detta Madonna della Corona. Nel punto esatto del ritrovamento fu deciso di costruire una cappella per custodire la scultura.
Un santuario incastonato nella roccia sospeso tra cielo e terra
Più avanti, per rendere accessibile la cappella, si costruirà un sentiero, con il famoso “Ponte del Tiglio”, scavando dei gradini nella roccia per rendere possibile il pellegrinaggio. In realtà almeno dalla seconda metà del XIII secolo esistevano un monastero ed una cappella dedicata a Santa Maria di Montebaldo. Entrambi erano accessibili da uno stretto e pericoloso sentiero ricavato nella roccia.
Più verosimilmente la statua fu donata nel 1432 dal nobile roveretano Lodovico Castelbarco. Con ogni probabilità tutto risale al periodo da 1434 e 1437. Fu allora che la cappella passò proprio ai Cavalieri di San Giovanni. Presenti a Verona fin dal 1362, custodiranno il Santuario fino allo scioglimento napoleonico nel 1806. Nel corso dei secoli la cappella diventerà un autentico santuario.

La statua dell’Addolorata verrà solennemente incoronata il 17 settembre 1889, al termine dei lavori di ampliamento della chiesa. Tra il 1975 e il 1978 il santuario fu demolito e ricostruito, mantenendo le parti più valide e significative per la costruzione di una struttura più ampia. Nel 1982 il santuario acquisì il titolo di basilica minore. Il 17 aprile papa Giovanni Paolo II vi si recò a pregare la Madonna della Corona.
Colpisce soprattutto l’imponente scalinata in pietra, composta da 1614 gradini. Un tempo unica via d’accesso al santuario, si inerpica nella roccia. Oltre alla scalinata storica, è possibile raggiungere il santuario della Madonna della Corona lungo la strada asfaltata. In alternativa si può imboccare il Sentiero della Speranza che da Brentino Belluno costeggia la montagna collegando il fondo valle con le alture del Baldo.
Preghiera dei pellegrini alla Madonna della Corona
O Vergine Addolorata della Corona, noi tuoi figli devoti pellegrini al tuo santuario Ti ringraziamo di accoglierci nel tenero abbraccio del tuo cuore di Madre. Tu sei la Madre del Figlio di Dio, fatto Uomo nel tuo grembo verginale: siamo certi della tua efficace intercessione di Madre della Chiesa: esaudisci le nostre invocazioni di figli che a Te ricorrono con fiducia confidente.
Noi mettiamo sotto il tuo manto materno di protezione e di difesa le nostre famiglie e i nostri giovani, gli ammalati, gli infermi e gli anziani, i poveri e i sofferenti, i disoccupati, i disperati e gli angosciati. Ai tuoi piedi di Madre deponiamo la richiesta di una grazia che tanto ci sta a cuore…
Ti chiediamo una speciale benedizione per il Santo Padre e per il nostro Vescovo, per la Diocesi con i suoi laici e i suoi consacrati e per il nostro Seminario. Impetraci il dono di santi preti che testimonino un amore appassionato alla Parola di Dio, all’Eucaristia, al Sacramento della Riconciliazione, al Magistero della Chiesa, alla nostra gente,
a Te, o Madre nostra e di ogni sacerdote, e alla comunione fraterna presbiteriale. Veglia maternamente su tutti noi dall’alto di questa rupe e come rugiada celeste manda su noi tutti la tua materna benedizione di Madre.
Amen.
+ Giuseppe Zenti – Vescovo emerito di Verona