Con la Solennità di Cristo Re dell’Universo si conclude l’anno liturgico e si celebra la regalità di Nostro Signore su tutto ciò che è stato creato.
La Solennità di Cristo Re dell’Universo, che si celebra oggi 23 novembre, sancisce la fine dell’anno liturgico e si pone ad esaltare la regalità del Signore su tutto ciò che esiste nel cosmo. Questa solennità è stata introdotta da Pio XI con l’enciclica Quas Primas dell’11 dicembre 1925 per ricordare la regalità di Dio Figlio sulla storia.
Nata anche con l’intento di porre rimedio al laicismo dilagante, con questa celebrazione si intende esaltare Nostro Signore nel suo potere, nella sua gloria e nella sua maestà su tutto ciò che è creato. Le parole del Martirologio Romano sono abbastanza esplicative in merito. Si legge infatti: “a Lui solo il potere, la gloria e la maestà negli infiniti secoli dei secoli“.
Nell’ Enciclica Quas primas, l’ 11 dicembre 1925 papa Pio XI scriveva al riguardo: “Poiché le feste hanno una efficacia maggiore di qualsiasi documento del magistero ecclesiastico, esse infatti istruiscono tutti i fedeli e non una sola volta ma annualmente, e raggiungono non solo lo spirito ma i cuori”.
La data originaria era l’ultima domenica di ottobre, cioè la domenica precedente la festa di tutti i Santi, poi con la nuova riforma del 1969 la Solennità fu spostata all’ultima domenica dell’Anno Liturgico. Diventò chiaro che Gesù Cristo, il Re, è la meta del nostro pellegrinaggio terreno. Dal momento che i testi biblici cambiano in tutti e tre gli anni, e questo permette di cogliere compiutamente la figura di Gesù.
L’istituzione della solennità di Cristo Re, celebrata l’ultima domenica dell’anno liturgico nella forma ordinaria del rito romano, aveva ricevuto un grande impulso già nel 1899, quando Leone XIII stabilì con l’enciclica Annum Sacrum la consacrazione dell’umanità al Sacro Cuore di Gesù, e fu presentata una petizione di 49 vescovi per istituire una festa liturgica.
Questa celebrazione sottolinea che Gesù è “Signore del tempo e della storia, inizio e fine di tutte le cose e al quale tutti gli uomini e le altre creature sono soggetti”.
Il passo evangelico in cui si fa rifermento alla regalità di Nostro Signore è quello in cui ha luogo il dialogo tra Gesù e Ponzio Pilato, come narrato in Gv 18, 37-38. Durante il processo a Gesù, Pilato gli domanda: “Allora tu sei re?” e Gesù risponde: “Tu lo dici, io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce”.
Inoltre, si può notare come il prefatio della Messa che descrive il Regno di Cristo reciti testualmente: “eterno e universale, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace”.
Alla Solennità ci si prepara con la preghiera ed esiste uno specifico atto di consacrazione da fare in questo giorno, oltre ad altre invocazioni per rendere lode a Cristo Gesù e alla sua infinita maestà.
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