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Preghiere

21 marzo: Madonna della Pioggia, l’immagine miracolosamente sopravvissuta scongiura la siccità

L’immagine della Madonna della Pioggia, sopravvissuta a un rogo devastante, opera guarigioni miracolose e scaccia una terribile siccità.

Madonna della pioggia – lalucedimaria.it

È il 1367: un devastante incendio distrugge un palazzo a Bologna. Una volta placata la furia delle fiamme, tra le ceneri viene ritrovata., miracolosamente sopravvissuta al rogo senza alcuna bruciatura, una tavola raffigurante la Vergine con il Bambino contornati da sette teste di angeli.

La voce del prodigioso ritrovamento corre rapidamente e la popolazione comincia a venerare l’icona rimasta miracolosamente intatta. Tra i tanti devoti accorsi a onore il dipinto c’è un cieco che invoca l’intercessione della Madonna affinché possa fargli recuperare la vista. La sua preghiera viene presto esaudita: l’uomo riacquista l’uso degli occhi.

Dato che nella tavola figurano diversi angeli, viene ribattezzata con il titolo di “Madonna dei putti di San Bartolomeo” e trasportata nella vicina chiesa di San Bartolomeo di Reno. La preghiera si intensifica dopo la guarigione dell’uomo cieco e si verificano altri fatti prodigiosi. I bolognesi iniziano a mettersi sotto la protezione della Vergine.

Un altro evento straordinario si verifica nel 1561. In quel momento Bologna geme sotto il tallone di una perdurante siccità. Si fa concreta la minaccia di una tremenda carestia. L’immagine miracolosa viene ripetutamente condotta in processione alle quattro antiche croci cittadine poste a protezione di Bologna.

La processione con la Madonna della Pioggia scaccia la siccità e il pericolo della carestia

Secondo la tradizione furono sant’Ambrogio o san Petronio a porre le quattro croci tra la fine del IV e la prima metà del V sec. ai quattro angoli delle mura, come simbolico presidio della città dai pericoli esterni. Le processioni con l’immagine mariana si svolgono a inizio agosto: a fine mese arriva la tanto sospirata pioggia.

Da allora è tradizione portare l’immagine in processione a una delle quattro croci della città felsinea. Qui l’icona sosta per otto giorni prima di essere condotta fino al sagrato di San Petronio per impartire la benedizione a tutta Bologna.

La chiesa di Santa Maria della Pioggia (Foto Instagram @picbol) e l’immagine miracolosa – lalucedimaria.it

Nel 1604 l’immagine viene trasferita dall’oratorio nella chiesa sottostante. È qui che il 21 marzo di quello stesso anno il dipinto viene incoronato con una corona argentea del peso di oltre mezzo chilo, decorata di pietre preziose.  In questa occasione l’icona mariana che aveva scongiurato la siccità e ottenuto altre volte la pioggia assume il suo attuale nome: quello di Madonna della Pioggia.

Molto tempo dopo, nel 1732, l’icona viene collocata nella nicchia sovrastante l’altare maggiore, in sostituzione della statua in terracotta di San Bartolomeo. Da allora la chiesa prende una doppia dedicazione: a San Bartolomeo e alla Madonna della Pioggia, e la tradizionale processione.

La tradizionale processione proseguì fino a quando, sotto il dominio napoleonico, le quattro croci non vennero rimosse. Oggi sono posizionate lungo le navate laterali della basilica di San Petronio. Si decise così di spostarla alla terza domenica di Quaresima.

Preghiera alla Madonna della Pioggia

O regina del Cielo e Madre nostra amorosissima, Tu che sei secoli, tante volte facesti piovere in forma straordinaria le Tue grazie sulle campagne, sugli orfani e sui malati di questa Tua Città, effondi anche su noi la pioggia delle Tue benedizioni.

Come dal Colle della Guardia, così in questo Tuo Santuario davanti alla Tua prodigiosa Immagine, a chi Ti contempla stretta al tenero Divin Figlio, concedi la grazia di amare Dio e il prossimo, allontana ogni calamità e ogni arsura di odio e concupiscenza.
Conservaci nel Tuo amore, così da poterTi sempre cantare riconoscenza e lode. Ti preghiamo di accettare il grido dei tuoi Figli esuli: Madre salvaci sempre! E così sia.

Emiliano Fumaneri

Veronese di nascita, ho vissuto molti anni in Trentino-Alto Adige (Merano, Trento, Rovereto). Vivere in una regione di confine così ricca di storia e di strazi ha suscitato in me la passione per le lingue straniere e la curiosità per culture e costumi differenti. Mi appassionano anche la geopolitica e le tematiche ambientali.

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Emiliano Fumaneri

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