20 giugno: la devozione alla Madonna della Consolata nasce da un miracolo

Alla Madonna della Consolata, patrona di Torino, si rivolgono tutti gli afflitti che cercano consolazione nelle braccia di una madre. Una devozione nata da un fatto inspiegabile.

Madonna della Consolata
Madonna della Consolata – lalucedimaria.it

La Vergine «Consolatrice degli afflitti» (Consolatrix Afflictorum secondo una delle Litanie Lauretane) è patrona della città di Torino e in queste zone è conosciuta come Madonna della Consolata. Solo lei infatti riesce a consolare gli uomini nel momento in cui il dolore vero viene a bussare alle loro porte.

La devozione alla Madonna della Consolata nasce da un miracolo ancora oggi ricordato da tutti i devoti. Il santuario della Madonna della Consolata ha il rango di basilica minore. È considerato uno dei più antichi luoghi di culto della città sabauda oltre che un gioiello del barocco piemontese. Ovviamente dedicato a Maria, qui invocata con il titolo di Consolatrice, è il più importante santuario di Torino e della locale Arcidiocesi.

È qui, nel V secolo, che San Massimo, primo vescovo del capoluogo piemontese, fa erigere, probabilmente sui resti di un antico tempio pagano, una chiesetta dedicata a Sant’Andrea, con tanto di cappella dedicata alla Madonna, all’interno della quale viene collocata un’immagine della Vergine. Poco dopo l’anno mille vi si insediano i Monaci Novalicensi provenienti dalla Valle di Susa, da dove li hanno cacciati i Saraceni.

Il fatto inspiegabile all’origine della devozione alla Madonna della Consolata

La grande devozione che lega Torino al santuario della Consolata risale a un’icona della Madonna Odigitria (ovvero “colei che indica la via”) che indica il Bambino Gesù seduto sulle sue ginocchia. Quella attualmente presente è una copia postuma. Durante i vari rimaneggiamenti della chiesa l’icona originaria sarebbe infatti andata perduta.

Il miracolo riguarda la guarigione di un cieco di nome Giovanni Ravacchio. L’uomo, proveniente da Briançon, in Francia, giunge in pellegrinaggio a Torino e dice di aver ricevuto precise indicazioni in sogno dalla Madonna per recuperare l’immagine sacra, che viene effettivamente ritrovata. Nel portare alla luce l’icona Ravacchio recupera la vista. È il 20 giugno 1104.

Santuario della Consolata
Santuario della Consolata (Foto Instagram @francyiside33) – lalucedimaria.it

Da allora il 20 giugno di ogni anno, giorno del ritrovamento, si celebra la festa della Consolata. Durante l’assedio di Torino del 1704 il santuario viene cannoneggiato dai francesi e un proiettile colpisce la base della cupola (una lapide commemora l’evento). Nel 1802 un decreto napoleonico sopprime gli ordini religiosi costringendo i monaci cistercensi a lasciare il santuario.

Fino al 1815 il santuario viene trasformato in caserma. Quando ritorna alle sue funzioni di luogo sacro la reggenza viene affidata dal vescovo agli Oblati di Maria Vergine. I santi torinesi sono sempre stati legati a questo santuario. Primo fra tutti San Giuseppe Cafasso, sepolto al suo interno. Ma anche San Giovanni Bosco e San Leonardo Murialdo vi si recavano spesso.

Dal 1880 al 1926 rettore del santuario fu il Beato Giuseppe Allamano, fondatore dell’Istituto Missioni Consolata. Nell’agosto 1943, quando Torino subì pesanti bombardamenti, i cittadini affissero su usci e portoni l’effigie della Madonna Consolata, eletta a loro protettrice. Una consuetudine, questa, che in alcuni casi continua ancora adesso.

Preghiera alla Madonna della Consolata

Oppresso dalla tribolazione, gemendo e piangendo sotto il peso delle mie miserie, a Voi ricorro, o Beatissima Vergine Maria.

Voi siete in Cielo la Regina degli Angeli e dei Santi, ma qui in terra Voi volete essere la Madre delle consolazioni. Voi siete la Consolata; ed io Vostro figlio benché indegno voglio essere simile a Voi, voglio essere consolato.

Io non Vi chiedo onori, o Maria, non piaceri, non ricchezze: io Vi chiedo consolazione. O Madre mia dolcissima, Voi sapete il modo, Voi conoscete la via per esaudirmi; in Voi pienamente mi affido.

Dite una parola a quel Gesù che con tanto amore tenete fra le Vostre braccia: ed io gusterò la gioia del conforto.

Da Voi consolato, o Maria, e dal Vostro Divin figlio, io porterò in pace le stesse mie tribolazioni; mi sarà facile il soffrire, mi sarà dolce il morire; e come sarò giunto ai piedi del Vostro trono, io canterò senza posa in eterno le Vostre misericordie.

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