All’immagine della Madonna del Pilastrello è legata una fonte miracolosa e lì, come oggi 18 luglio, avviene un prodigio sconvolgente: l’acqua si è tinta del colore del sangue.

Lendinara, 1509. Siamo in provincia di Rovigo e Giovanni Borezzo riesce a scampare insieme alla sua famiglia a una violenta tempesta che si abbatte sulla sua casa, distruggendola. Il tremendo temporale risparmia soltanto una statuetta di legno della Madonna col Bambino. La statua, in legno d’olivo, è conservata in una nicchia all’interno dell’abitazione.
Viene ritrovata intatta, adagiata sui rami di una siepe, lì dove il vento l’aveva trasportata. Al mattino successivo, verso le prime luci dell’alba, un uomo di nome Matteo Brandolese nota un forte bagliore. Proviene dalla statua lignea della Madonna. Ne rimane colpito e estasiato. Per diversi giorni la statua rimane sui rami della siepe. Poco alla volta vi si avvicinano in diversi, tra curiosi e devoti, per ammirarne lo splendore.
Venuto a conoscenza del fatto, l’avvocato Lorenzo Malmignati decide di costruire, di tasca propria, un piccolo pilastro votivo con il quale sostenere la statua. Quasi sessant’anni dopo, nel 1576, si decide di restaurare il capitello che nel corso del tempo aveva cominciato a rovinarsi. Per impastare la calce si provvede ad attingere l’acqua da una fonte vicina.
Madonna del Pilastrello: l’acqua diventa rossa come il sangue
È a questo punto che accade qualcosa di inspiegabile. Mentre i muratori stanno impastando la calce, l’acqua si tinge improvvisamente di rosso. Col tempo l’acqua si rivela miracolosa e i numerosi miracoli della fonte accrescono a dismisura la popolarità di questo luogo che comincia a essere chiamato “Bagno della Madonna“.
La stessa località di Lendinara ben presto diventa meta di pellegrinaggi da parte di numerosi malati e infermi alla ricerca di guarigione. Parte il processo diocesano e alla fine si decide di costruire un santuario, eretto nel 1577. Nel 1579 la statuetta della Madonna viene trasportata dal piccolo capitello alla nuove chiesa, verso la quale viene deviata l’acqua della fonte miracolosa.
Nel 1595 la città di Lendinara viene ufficialmente consacrata a quella che col tempo si è cominciato a chiamare Madonna del Pilastrello. Le spiegazioni a questo riguardo sono diverse. Pare che in dialetto veneto pilastrello voglia dire proprio capitello. Altri invece sostengono che per spostare la statua sia stata utilizzata la colonna, altri ancora affermano che “pilastrello” indica la base su cui è stata appoggiata l’immagine.

La spiegazione più convincente riguarda però la presenza di alcuni soldati spagnoli di stanza a Lendinara in quel periodo, Sarebbero stati loro a chiamare così quella che la popolazione locale considerava la sua “Madonna Nera” alla luce delle numerose somiglianze con la Madonna del Pilar di Saragozza. Il santuario, ampliato nel XVIII secolo, è gestito dai monaci Benedettini Olivetani, ai quali fu fin da subito affidato.
I monaci furono costretti ad abbandonarlo nel 1771 a causa della soppressione dell’ordine e ne ripresero la cura nel 1905. La statua originale però non c’è più. Nel 1981 venne rubata e sostituta con una statua in legno realizzata dallo scultore Ferdinando Prinoth e benedetta da Giovanni Paolo II.
Preghiera alla Madonna del Pilastrello
A te, Maria, fonte della vita, si accosta la mia anima assetata. A te, tesoro di misericordia, ricorre con fiducia la mia miseria. Come sei vicina, anzi intima al Signore!
Egli abita in te e tu in lui. Nella tua luce, posso contemplare la luce di Gesù, sole di giustizia. Santa Madre di Dio, io confido nel tuo tenerissimo e purissimo affetto.
Sii per me mediatrice di grazia presso Gesù, nostro Salvatore. Egli ti ha amata sopra tutte le creature, e ti ha rivestito di gloria e di bellezza. Vieni in aiuto a me che sono povero e fammi attingere alla tua anfora traboccante di grazia.