Monaca benedettina, Santa Ildegarda di Bingen fu una mistica, teologa, esperta in varie arti tra cui la musica e la scienza. Il suo vasto sapere era illuminato dalla fede.
Oggi, 17 settembre, si ricorda una santa dai mille volti: Santa Ildegarda di Bingen. Fu una monaca benedettina tedesca vissuta tra la fine dell’XI e il XII secolo nota per essersi specializzata in molteplici discipline, peraltro a quei tempi ambiti preclusi alle donne. Ma soprattutto fu una mistica animata da una grande fede che investiva tutte le sue attività.
Nacque a Bermesheim nel 1098, nell’Assia Renana. Era l’ultima di una famiglia di dieci figli. Il suo nome, che significa “colei che è audace in battaglia” fu escplicativo anche del suo carattere. Era dotata di un’intelligenza straordinaria, un genio poliedrico ed eclettico.
I genitori la misero nell’Abbazia di Disibodenberg per essere edcuata. Ebbe modo di studiare sui testi di Dionigi l’Areopagita e di Sant’Agostino. Divenuta monaca benedettina, tra il 1147 e il 1150 fondò il suo primo monastero sul monte di San Ruperto nei pressi di Bingen. Nel 1165 fondò il secondo sulla sponda opposta del fiume Reno. Nonostante fosse di fragile costituzione visse per 81 anni curandosi con la scienza che lei stessa studiava.
Fu badessa, scrittrice, mistica, teologa, profetessa, gemmologa, guaritrice, erborista, esorcista, ginecologa, naturalista, cosmologa, filosofa, poetessa drammaturga, musicista, linguista, consigliera di principi, papi, imperatori. Federico Barbarossa, Filippo d’Alsazia, san Bernardo, Eugenio III sono solo alcuni dei personaggi più illustri del suo tempo che si rivolgevano a lei per chiederle consigli. Nonostante non avesse mai studiato la lingua latina era in grado di scriverla.
Ebbe visioni mistiche fin da bambina, dall’età di 8 anni, ma forse anche a 3. Le esperienze mistiche si susseguiranno poi per tutta la sua vita. Da adulta, intorno ai 40 anni, scrisse delle sue visioni che definì “non del cuore o della mente, ma visioni dell’anima“.
Più precisamente a riguardo scrisse: ” “Il paradiso è stato aperto e una luce ardente di straordinaria brillantezza è venuta e ha permeato il mio intero cervello e infiammato tutto il mio cuore e tutto il mio seno, non come una fiamma ardente ma come una fiamma calda”.
Nell’ambito della scienza richiamandosi all’antica filosofia greca, Santa Ildegarda, riteneva che ogni cosa materiale fosse formata da quattro elementi: aria, acqua, terra, fuoco. Questi, sono uniti ed inseparabili e al di sopra di essi c’è l’anima.
Compositrice di musica contemplativa, paragonava l’uomo ad uno strumento musicale ben accordato, che può suonare ed armonizzare le sinfonie del creato. Espresse il suo pensiero teologico in tre trattati da cui si evince secondo la spiritualità agostiniana tutta la storia umana spiegata in funzione della salvezza divina. Sosteneva che fede e ragione si coniugano in modo perfetto.
La sua prima opera fu Scivias (conosci le vie), inc ui lei stessa curò le miniature del libro che raffigurano le sue visioni nelle quali ha voluto rappresentare l’ineffabile mistero divino. Aveva anche il carisma della profezia, e si manteneva in uno stato di grande umiltà. Esperta perfino di medicina, ha dato istruzioni anche per quanto riguarda l’alimentazione, e in tempi recenti i suoi insegnamenti sono stati ripresi e suscitano molto successo e attrazione.
Morì il 17 settembre 1179. La prima attestazione dell’ufficialità del culto a Santa Ildegarda risale al 1326. Papa Benedetto XVI nel 2012 proclamò equipollente la sua canonizzazione avvenuta tanti secoli prima e il suo inserimento nel Martirologio Romano. Inoltre, è stata dichiarata Dottore della Chiesa.
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