Con Sant’Alfonso M. de’ Liguori, ripercorriamo i giorni che vanno dal sabato della settimana precedente a quella che giungerà alla domenica delle Palme, sino alla vigilia della Pasqua.
Il Santo ci offre, dunque, una riflessione giornaliera, per ben 15 giorni, per sintonizzarci agli eventi salienti che preludono la morte e la risurrezione di Cristo Gesù. Qui proponiamo un estratto degli scritti di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
“Tunc ergo apprehendit Pilatus Iesum, et flagellavit” (Io. 19). Oh ingiusto giudice, tu l’hai dichiarato innocente e poi lo condanni ad una pena così crudele e così vergognosa? Or mira anima mia, come dopo quest’ordine iniquo afferrano i manigoldi l’agnello divino, lo portano al pretorio e lo ligano con funi alla colonna. O funi beate, voi che ligaste a quella colonna le mani del mio dolce Redentore, ligate ancora col suo Cuore divino il mio misero cuore, acciocché d’oggi innanzi altro io non cerchi, né voglia, se non quello ch’egli vuole.
Ecco già prendono in mano i flagelli, e dato il segno cominciano a percuotere da per tutto quelle carni sagrosante, le quali prima apparvero livide, indi videsi da per tutto sgorgare il sangue. Oimè che i flagelli e le mani de’ carnefici già tutte son tinte di sangue, la terra già è tutta bagnata di sangue. Oh Dio, che alla violenza delle percosse va per aria non solo di Gesù-Cristo il sangue, ma anche la carne a pezzi. Quel corpo divino è già tutto lacero, ma pure sieguono que’ barbari ad aggiunger ferite a ferite, dolori a dolori. E frattanto che fa Gesù? Egli non parla, non si lamenta, ma paziente soffre quel gran tormento per placare la divina giustizia verso di noi sdegnata. “Sicut agnus coram tondente se, sine voce, sic non aperuit os suum” (Actor. 8. 32).
(…) Dunque, anima mia, mentre Gesù era flagellato, a te pensava ed offeriva a Dio que’ suoi acerbi martirii per liberare te da’ flagelli eterni dell’Inferno. O Dio d’amore, come io ho potuto vivere tanti anni per lo passato senza amarvi! O piaghe di Gesù, impiagatemi voi d’amore verso un Dio, che mi ha tanto amato. O Maria, o Madre di grazie, impetratemi voi quest’amore.
Antonella Sanicanti
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