Il 13 giugno è il 13° anniversario dalla nascita al cielo della Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo. Per ricordarla quest’anno sono due gli eventi proposti e in due differenti momenti.

Tredici anni fa, il 13 giugno 2012, la Serva di Dio Chiara Corbella Petrillo lasciava questa terra per entrare nella vita eterna. Ogni anno vengono proposti degli appositi eventi per renderle omaggio e ricordare la sua figura e il suo esempio.
Passano gli anni e Chiara entra sempre più nel cuore di una moltitudine di persone che aumenta in numero. Lo scorso anno si è conclusa la fase diocesana dell’inchiesta sull’accertamento delle virtù eroiche cristiane, ovvero il primissimo step della Causa di Beatificazione e Canonizzazione.
13° anniversario della nascita al Cielo di Chiara Corbella Petrillo
La fama di santità di questa giovane donna, già tanto invocata non solo in Italia, ma in varie parti del mondo, ha portato all’apertura del processo, il 21 settembre 2018. Come ogni anno la famiglia e gli amici, così come i tanti che sono attratti dalla sua figura le rendono omaggio nel giorno del suo anniversario e in quelli prossimi alla data.

In questo 2025 sono due gli appuntamenti che sono stati organizzati. Il primo è ideato dall’Associazione Chiara Corbella Petrillo e l’altro dai frati minori dell’Umbria. Si tratta di due eventi di preghiera e condivisione. Il primo appuntamento si svolge a Roma, oggi 13 giugno, dalle ore 10:00 alle 17:00. Diversi gruppi guideranno momenti di preghiera presso la tomba di Chiara al Cimitero del Verano.
Il secondo appuntamento si svolgerà invece ad Assisi, sabato 14 giugno. Presso la Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli alle ore 10:30 sarà ospitata una catechesi, a cui farà seguito un dialogo aperto con i frati, i familiari e gli amici di Chiara. Nel pomeriggio poi, alle 15:30, nella basilica papale di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola sarà celebrata la Santa Messa, presieduta da fr. Mirko Mazzoccato.
Gli insegnamenti di Chiara: un abbandono fiducioso all’amore
L’eredità spirituale di Chiara è forte, ciò che ha lasciato è l’esempio di una fede profondissima vissuta in semplicità all’interno di una vita ordinaria che così è stata resa straordinaria ed esemplare.
Proprio il suo essere semplice e la purezza della sua fede, vissuta per molti aspetti nello stile francescano a cui era tanto legata, dato il suo stretto legame con Assisi, arrivano ai cuori e lasciano un segno. Non si rimane indifferenti davanti a Chiara: non solo alla sua storia, piena di prove fuori dall’ordinario nella successione e nell’entità.
Ma soprattutto è il modo in cui ha affrontato dolori e vicissitudini che colpisce e diventa un modello di atteggiamento cristiano. La fede ha illuminato tutte le sue scelte, la fiducia nell’amore di Dio, che sa sempre cosa è bene per noi l’ha guidata e l’ha portata a compiere un cammino che a molti può sembrare difficile e insormontabile, ma che lei ha assicurato essere un “giogo dolce“.
Le frasi iconiche che esprimono la sua spiritualità
Nel sentire comune ci sono alcune frasi di Chiara, che raccontate al pubblico dai familiari e dagli amici, in tutti questi anni hanno consentito di conoscerla e di farla amare. E, soprattutto, sono rimaste impresse nella mente e nel cuore di molti. Esprimono la sua spiritualità, ciò che ha compreso con gli occhi della fede e che ha messo in pratica con la sua volontà e, certamente, con la grazia.

La frase “siamo nati e non moriremo mai più” che intitola il primo libro sulla sua vita e che ormai si associa a lei in modo automatico, in realtà, come rivelano i suoi familiari, non l’ha coniata lei, ma l’ha sentita e la condivideva appieno. Altre invece sono proprio frutto della sua interiorità, come quella impressa sulla tomba in cui si trova lei insieme ai suoi bambini: “L’importante nella vita non è fare qualcosa, ma nascere e lasciarsi amare“.
E come non pensare al meraviglioso testamento spirituale lasciato al figlio Francesco sotto forma di lettera al compimento del suo primo anno, poco tempo prima di morire. Aveva capito che “ l’Amore è il centro della nostra vita, perché nasciamo da un atto d’amore, viviamo per amare e per essere amati, e moriamo per conoscere l’amore vero di Dio“.
Sapeva che “il contrario dell’amore è il possesso” e che “l’amore ti consuma ma è bello morire consumati“. Le sue parole sono tanto esplicative e non hanno bisogno di commenti, anche perché, come diceva Chiara “Il Signore la mette la verità dentro il cuore di oguno e non c’è possibilità di fraintenderla”.