Nel Paese dei cedri la devozione mariana è molto solida e Nostra Signora del Libano è onorata ovunque nella terra natale di San Charbel.

Il nome del Libano – Paese di antica cristianità – ricorre per ben 72 volte nella Bibbia in maniera diretta e oltre 100 volte come segno, allusione, scenario di eventi biblici sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. Oltre a questo retaggio squisitamente biblico, il Paese dei cedri è noto anche per la proverbiale devozione mariana del suo popolo.
Non per nulla la patria di San Charbel – il Padre Pio libanese – è chiamata anche “Paese di Maria”, Nel corso dei secoli i cristiani libanesi, specialmente i Maroniti, hanno trovato conforto e aiuto nell’intercessione della Vergine. Non stupisce allora che un po’ ovunque in Libano si trovino chiese e santuari mariani. Gran parte degli edifici sacri sono dedicati a Maria.
Praticamente sempre si trova un altare consacrato nelle chiese libanesi a colei che viene invocata con i titoli più belli e singolari come “Nostra Signora della Luce”, “Nostra Signora dell’Annunciazione”, “Nostra Signora dei Doni” e così via. In cima ai monti si stagliano grandi statue di Maria e folle di pellegrini frequentano i numerosi santuari mariani.
Presso i Maroniti c’è un rito particolare: la benedizione con l’immagine mariana, sul calco della benedizione eucaristica, col sacerdote che dai gradini dell’altare benedice i fedeli con l’immagine della Madonna usando questa formula: “Per l’intercessione della Madre di Dio, la Vergine Maria, vi benedica la SS.ma Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo”.
A loro volta i fedeli rispondono: “Amen, perché ogni bene viene dalla Santa Vergine”. Uno dei santuari più famosi si trova ad Harissa, a 25 chilometri dalla capitale Beirut. Situato su una collina alta 600 metri, è dedicato a Nostra Signora del Libano e sovrasta la cittadina costiera di Jounieh. È qui che si erge la colossale statua della Vergine.
Nostra Signora del Libano, patrona e protettrice del Paese dei cedri
Si tratta di una maestosa figura bianca rivolta verso il mare con le braccia aperte, con un effetto molto suggestivo. La scultura è modellata sull’immagine della Madonna apparsa nel 1830 a Santa Caterina Labouré alla Rue du Bac a Parigi. A fianco della collina si può vedere la sede patriarcale maronita di Bkerké. Sulla cima c’è invece il convento dei Padri Missionari di San Paolo, della Chiesa Greco Melkita Cattolica.

Poco più in alto si trova la sede della Nunziatura Apostolica in Libano e nei paraggi c’è anche il convento dei frati Francescani. Più in là possiamo trovare il convento di Charfé, sede del Patriarcato Siro-cattolico. Infine, sulla collina di Bzoummar c’è il Patriarcato Armeno-cattolico. Parliamo dunque di un luogo di fondamentale importanza per il Libano, non a caso scelto nel 1904 per commemorare il 50esimo anniversario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.
La statua della Madonna venne trasportata ad Harissa alla fine di luglio 1906. L’inaugurazione avvenne il 3 maggio 1908, anno del giubileo sacerdotale di papa Pio X e delle apparizioni mariane di Lourdes. Da allora si celebra ogni anno, il 1° maggio, all’inizio del mese mariano, la festa della Madonna del Libano.
Ad affiancare la statua, nell’ultimo decennio degli anni Novanta, una grande basilica che accolse Giovanni Paolo II il 10 e 11 maggio 1997. In mezzo a una grande folla – composta soprattutto da giovani – papa Wojtyla pronunciò un atto di affidamento ai piedi della Patrona del Libano dopo la recita del Regina Coeli.
Atto di affidamento di Giovanni Paolo II alla Regina del Libano
“Al termine di questa celebrazione, nell’ora della preghiera mariana, invochiamo anche i Santi che sono fioriti in questa terra […]
Insieme con voi, affido a Nostra Signora del Libano tutti i figli e le figlie del Paese. La Madre del Signore, presente ai piedi della Croce e nel Cenacolo della Pentecoste, raccolga nella fede, nella speranza e nell’amore i suoi figli che vivono in questo Paese o sparsi nel mondo!
Assista i Pastori nel loro ministero! Sostenga la fedeltà orante e il servizio caritativo dei monaci e delle monache, dei religiosi e delle religiose!
Accompagni i laici nella loro vita ecclesiale e nel servizio alla società! Irrobustisca le famiglie nell’unità dell’amore e nella dedizione alla loro missione educativa! Guidi i giovani sulle strade della vita! Nella sua materna tenerezza, Maria dia conforto ai poveri, a quanti soffrono nel corpo o nello spirito, ai prigionieri e ai rifugiati!
Nostra Signora del Libano, veglia sull’intero popolo di questa terra così provata! A te lo affida il Successore di Pietro, qui giunto per portare a tutti un messaggio di fiducia e di speranza. Possa avverarsi, sulla soglia del nuovo millennio cristiano, il messaggio profetico di Isaia: “Ancora un poco e il Libano si cambierà in un frutteto e il frutteto sarà considerato una selva” [Is 29, 17].
Concedi, o Vergine Santissima, a questo pop.-olo antico e pur sempre giovane di mantenersi degno erede della sua illustre storia, costruendo con dinamismo il suo avvenire nel dialogo con tutti, nel rispetto reciproco dei diversi gruppi, nella concordia fraterna!
Regina della pace, proteggi il Libano!”.
Amen.