Il Miracolo del Venerdì Santo che pochi conoscono

 

 

Anche ad Andria, così come avverrà nella Basilica di San Nicola a Bari, venerdì prossimo verrà esposta nella cappella di San Riccardo, sul sarcofago in legno dorato dove anticamente erano poste le ossa del Santo Patrono, la reliquia della Santa Spina che, secondo la tradizione religiosa, dovrebbe provenire dalla corona di spine di Gesù.In Italia ci sono altri frammenti della Sacra Spina, due sono custoditi in Puglia: uno nella Basilica di San Nicola e l’altro ad Andria. Da alcuni secoli si segnala il prodigio della comparsa sulle Sacre Spine di macchie rosso sangue ma soltanto in una speciale occasione e cioè quando il Venerdì Santo coincide con la ricorrenza dell’Annunciazione, come capiterà appunto il 25 marzo prossimo.

Quello stesso giorno sarà anche emesso un francobollo celebrativo da 95 centesimi. La vignetta del francobollo raffigura, in primo piano a sinistra, la reliquia della Sacra Spina conservata nella Cattedrale di Andria; sullo sfondo compare un particolare di un’antica mappa (“Locatione d’Andria”), realizzata alla fine del 1600 da Antonio Michele e conservata nell’Archivio di Stato di Foggia.
La Chiesa Cattedrale sarà aperta alle 7.00 allorquando inizierà l’osservazione da parte dei Canonici e dei componenti della Commissione Scientifica e Pastorale che saranno tenuti a relazionare ad ogni cambio di un’ora circa.

Le Sacre Spine sparse nel mondo sono davvero tante, alcune sono presenti anche in Abruzzo come a L’Aquila, Sulmona, Lanciano e naturalmente a Vasto. “Fra tutti i centri abruzzesi“, scriveva Padre Donatangelo Lupinetti nella pubblicazione La Sanda Passione (1967), “Vasto si distingue sia per la devozione alla S. Spina e sia per la maggiore garanzia di autenticità, data la documentazione storica che essa è in grado di offrire alla critica“.

 

La prima notizia sulla Sacra Spina la troviamo sul manoscritto Memoria dell’antichità del Vasto di
Nicola Alfonso Viti: “Solo in tal giorno apparisce in cima a questa reliquia, come un fiore di certa materia, che par lanugine bianca; ond’è che non può dubitarsi, che sia altro una di quelle benedette spine…“. Ma le informazioni più complete le possiamo leggere in un piccolo libricino dal titolo Notizie Istoriche appartenenti alla Sacra Spina(Napoli, 1778),  scritto dal medico e letterato Francesco Leone, dove sono riportate, oltre ad informazioni storiche utili, preziose testimonianze dirette: “È questa una Spina intiera lunga oncie tre ed un minuto di palmo architettonico Romano, aspersa nella punta del divin Sangue;  graziosamente conceduto dal Pontefice Pio IV al famoso D. Ferdinando Davalos Governatore di Milano, e Delegato al Concilio di Trento come Ambasciatore del Re di Spagna Filippo II, dopo la di cui morte, fu ella da D. Alfonso Davalos di lui erede, trasportata a Vasto, e decentemente situata nella Chiesa Parrocchiale, oggi Real Collegiata insigne di S. Maria Maggiore, dove presentemente si venera“.

 

Le testimonianze dirette, riportate sul citato libricino sono quelle degli storici Nicola Alfonso Viti, di cui abbiamo già riferito, di Tommaso Palma, autore della prima storia di Vasto data alle stampe (1690), dove si legge “Che queste sia veramente una di quelle, si comprova con evidenza dal prodigioso fiorire, che fa per alcune ore nel giorno del Venerdì Santo cominciando all’ora di sesta“, ed ancora Padre Federico Sardeschi, predicatore, che nel 1748 osservò sulla “Spina una goccia di sangue lucida, e risplendente, la quale dopo un quarto d’ora a poco a poco svanì“, e lo stesso Francesco Leone, che nel giorno del Venerdì Santo del 1743 vide “spuntar dal gambo alcuni piccoli steli, che prima non si vedevano, né si videro dopo“.

 

L’Abate Pacichelli nelle sue Memorie de’ viaggi, nel 1685 scrisse: “Nella parochiale di Santa Maria, una delle due sole c’hà litigato, e vinto la maggioranza, tien culto una Santa Spina lunga un mezzo dito della Corona del Redentore, che rosseggia, e sembra di sitllar sangue ne’ giorni della Passione“. Sempre il Pacichelli, qualche anno più tardi, neIl Regno di Napoli in prospettiva scrisse: “Per Tesoro spirituale prezza e possiede una delle pungenti Spine, che composero la Corona, ferirono la tempia dell’afflitto Redentor nostro, la quale con prodigio per alcune ore ritorna ogni anno a fiorire cominciando da quella di sesta nel Venerdì Santo“.

 

Molte altre sono le testimonianze del miracolo della Sacra Spina, puntualmente annotate sul quindicinale Il Vastese d’Oltre Oceano diretto da Luigi Anelli. In occasione della festa del 1924 si leggeva: “Anche quest’anno, dalle ore 19 italiane alle ore 21 del venerdì santo, si compì il miracolo della fioritura della Sacra Spina nella chiesa di Santa Maria Maggiore, con concorso straordinario di popolo, che per la sacra reliquia ha molta venerazione“. Ed ancora, in occasione della festa del 1932: “Il Venerdì Santo,dalle ore 13 alle 16, si compì anche quest’anno il miracolo della Sacra Spina, con grande giubilo del popolo che dall’abbondante fioritura che vide comparire sulla Spina trasse gli auspici dell’ubertosità del venturo raccolto“. La fioritura era molto attesa dai fedeli, che si accalcavano in chiesa, perché dalla maggiore o minore fioritura (“poppe”) il popolo traeva auspici sull’abbondanza o la scarsità del raccolto.

 

Anche sull’Histonium, periodico diretto Espedito Ferrara, in occasione della festa del 1953, venne sottolineato il rinnovo del miracolo della Sacra Spina, questa volta avvenuto nel primissimo pomeriggio del Venerdì Santo, tra l’ora prima e l’ora terza, con la chiesa pressoché vuota, probabilmente, come riferisce il cronista, per “intempestività” a causa dell’orario insolito.

 

Come per altre Sacre Spine conservate in altre chiese sparse nel mondo, anche in quella custodita a S. Maria Maggiore la fiorita assume una consistenza particolare quando il Venerdì Santo viene a cadere il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa ricorda la festività dell’Annunciazione del Signore.

 

Negli ultimi due secoli questa particolare e rara coincidenza si è verificata nel 1842, 1853, 1864, 1910, 1921, 1932 e l’ultima volta nel 2005. La prossima ricade proprio quest’anno il 25 marzo 2016 e quella successiva addirittura nel 2157.
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